BERLUSCONI INTERVIENE A BALLARO’ – Un fiume in piena che travolge in diretta il conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, che aveva appena mandato in onda un servizio sugli annunci del premier nelle passate emergenze rifiuti a Napoli. «Mistificatori di sinistra, a Napoli quando sono intervenuto ho risolto i problemi», urla in diretta Silvio Berlusconi. Il tutto al termine di una giornata ricca di fibrillazioni, che avevano costretto il premier già a intervenire per stoppare «i personalismi interni al Pdl» e a chiamare a Palazzo Grazioli i coordinatori La Russa, Verdini e Bondi per avviare una «grande manifestazione l´11 dicembre in vista del voto di fiducia», per serrare le file di un Pdl allo sbando.
Avvisato dal suo staff, il conduttore Floris accetta di mandare in onda la telefonata di Berlusconi: «Ma a patto che poi risponda alle domande», dice al premier, che inizia un monologo. «Avete fatto vedere spezzoni di conferenze stampa del 2009 nelle quali annunciavo di risolvere il problema in 3 giorni, cosa che ho fatto perché mi riferivo all´impianto di Terzigno – dice Berlusconi – Poi avete fatto vedere un altro mio annuncio nel quale dicevo che in 10 giorni avrei tolto i rifiuti da Napoli: il riferimento era all´emergenza che poi è stata superata con l´esercito». Floris prova a interrompere il presidente del Consiglio facendogli delle domande, a questo punto Berlusconi va su tutte le furie: «Adesso basta, lei fa le domande e quando io rispondo cambia discorso, è il tipico atteggiamento della sinistra, ma sappia che io di televisione me ne intendo – dice, prima di riattaccare il telefono – Lei pensa che la Rai sia sua? In verità è pagata dai cittadini, siete solo dei mistificatori». Chiuso così il collegamento, Floris si dice «dispiaciuto» per quanto accaduto. In studio il finiano Fabio Granata attacca: «Questo è solo propaganda, Berlusconi non può essere il nostro premier se si comporta in questo modo».
L´intervento in tv conferma però che da ieri c´è un Berlusconi davvero sul piede di guerra. Un Berlusconi non a caso pronto a sfidare il Pd in piazza e che, dopo la doppia debacle alla Camera, striglia i suoi alle prese con liti furibonde, a partire dal caso Carfagna, invitando tutti a una «maggiore sobrietà». «Stop ai capricci», scrive in sintesi in una nota inviata poco prima d´intervenire in Rai. «[…]
Per serrare le file prima del voto di fiducia Berlusconi pensa a una grande mobilitazione l´11 dicembre, lo stesso giorno scelto dal Pd per la sua manifestazione, con gazebo in diverse città e una raccolta di firme, il 12, «a sostegno dell´esecutivo, per non tradire il mandato degli elettori».
Il premier di guerra lavora anche al dopo 14 dicembre, pensando al voto. Ancora non sa se con il nome Pdl o con un altro marchio (ieri circolava in Parlamento quello di «Avanti Italia» mentre Micciché gli consigliava di ripristinare il vecchio «Forza Italia»). In ogni caso il ministro La Russa assicura che «il simbolo è nostro, per una norma voluta da Fini». «Berlusconi farà un altro partito, non ci sarà bisogno di litigare», ribatte il finiano Italo Bocchino.