MINISTRO GELMINI A RADIO RAI – L’approvazione della riforma dell’università è urgente. Lo ribadisce ai microfoni di Radio Rai Maria Stella Gelmini, che chiede al Senato l’inserimento in tempi rapidi del voto finale del disegno di legge già approvato dalla Camera. “Altrimenti sono a rischio concorsi e finanziamenti”.
Per il ministro la riforma “infligge un colpo mortale ai vari casi di parentopoli, alle baronie e alle raccomandazioni” e una maggiore trasparenza nei concorsi. Gelmini dice di non capire le proteste degli studenti per un provvedimento che invece fa il loro interesse.
“Certo il merito è un elemento essenziale, dovrebbe caratarreizare l’università moderna. L’Art.18 e il 18 bis in cui si invoca il merito è condivisibile. E’ condivisibile l’idea di concorsi nazionali, era nella proposta di legge del Pd. Anche dare più spinta ai giovani è importante.
“Mancano i fondi: un miliardo è meno del miliardo e 300 milioni tagliati all’università. Il resto d’Europa investe. Poi manca autonomia: si richiede che le università inviino piani triennali a Roma, si perde l’autonomia invocata”.
E’ vero ci sono 300 milioni in meno ma abbiamo anche eliminato tanti sprechi. Se le risorse oggi sono poche dipende dal fatto che l’università era calibrata non sulle esigenze degli studenti ma dei professiori. In tempi di crisi compito primario è evitare sprechi. In Italia 750mila insegnanti, in Germania ce ne sono 600mila. E’ sbagliato illudere i ragazzi con il tema delle risorse: non basta dare più risorse per risolvere i problemi.
“Il Pd si è limitato a bocciare completamente il ddl. L’opposizione ha scelto la contrapposizione ma se andiamo nel merito e usciamo dalla fase degli slogan sfido chiunque a trovarci una bocciatura e una penalizzazione degli studenti.
Morrone (studenti La Sapienza, Roma)
“La Sapienza ha già ridotto corsi di laurea e dipartimenti e fa valutazioni di merito sulla ricerca, ma non stiamo bene in quanto a bilancio. La legge è giusta nei principi ma non nell’applicazione: abbiamo pochi soldi per le borse di studio, non garantisce il turn over…E la valutazione dei prof? E’ interna alle Università? I professori si bocceranno a vicenda? Chi è stato inefficiente, come recupera poi in un solo anno accademico lo scatto stipendiale perso?”
Giacomo De Ferrari (rettore Un. Genova)
“Molte cose mi piacciono: la riforma della governance è essenziale, ad esempio. Mi piace la flessibilità dell’assetto organizzativo, che invece contestano in molti. Mi piace il premio al merito, mi piace la limitazione al tempo dei rettori. Molte altre cose mi piacciono meno, a cominciare dalla Finanziaria, dalla carenza di finanziamenti. E poi: la valutazione dei prof a che punto mette l’asticella? Molti che hanno protestato conoscono il ddl e la loro protesta va rispettata. Ma molti altri hanno strumentalizzato il dissenso a finalità politiche.
Francesco Delli Santi (ricercatori precari, Un. Bologna)
“I ricercatori precari e a tempo determinati sono cose diverse. Il miliardo di risorse è destinato a passaggi di carriera per i 25mila ricercatori a tempo indeterminato a ruoli di associato. Nessun precario verrà assunto con quel miliardo, come dice il ministro. Per i precari.. verranno cancellati definitivamente: potranno solo aspirare a 6 anni di precariato”
Gelmini: basta con i ricercatori precari a vita
“I ricercatori nel tempo sono stati sfruttati per didattica e supplire a carenze di molti prof.. Il precariato della ricerca non comincia certo oggi. Per i ricercatori a tempo determinato e non ci sono i concorsi per diventare associato: ci sono 4500 posti in tre anni messi in campo dall’emendamento di Fli. E un contratto di 3+3 anni di ricerca non mi pare poco. Il ricercatore non è più qualcuno da sfruttare ma un ruolo che è di inizio di una carriera, si passa da 1200 euro a 1800 euro al mese. E soprattutto: basta con i ricercatori precari a vita, questo è un elemento qualificante del disegno di legge. Solo in Italia si pensa che l’unico percorso del ricercatore debba essere all’interno dell’Università”.
Diretta Live Streaming su Rainews24