MASTICARE FOGLIE DI COCA – E’ ormai noto che i peruviani consumano foglie di coca, usanza ereditata dagli antenati. Ma quanto fosse antica questa usanza non era ancora stato stabilito con certezza. Uno studio eseguito da un team internazionale e pubblicato sulla rivista Antiquity mostra come le antiche società andine consumassero coca oltre 8000 anni fa.
Fino ad ora, si era sempre ritenuto che i peruviani avessero iniziato a consumare coca circa 4000-5000 anni fa per via del contenuto di alcaloidi nella pianta, che una volta assunti hanno effetti stimolanti, riducono la fame e aiutano la digestione, e miticano gli effetti dell’ambiente d’alta quota e con scarso ossigeno.
Le foglie della pianta di coca (Erythroxylum coca) contengono una quantità media di cocaina pari allo 0,8% del peso di una foglia fresca. Ma non solo cocaina: cinnamato di methylecgonine, truxilline e altri alcaloidi che sembrano essere d’aiuto durante la permanenza ad alta quota.
Masticare foglie di coca ha un effetto molto meno blando e veloce dell’assunzione di forme purificate della cocaina, non causa effetti psicoattivi, non da dipendenza e non sembra causare altri effetti deleteri sull’organismo (almeno sui casi documentati fino ad ora).
La coca è stata utilizzata per millenni nella medicina tradizionale andina. E’ molto efficace come anestetico contro il mal di testa, i reumatismi, ferite e piaghe. La cocaina contenuta nelle foglie di coca restringe i vasi sanguigni, e contribuisce a rallentare le emorragie. Le popolazioni che vivevano sulla Ande utilizzavano la coca anche per combattere la malaria e l’asma, per migliorare la digestione e come afrodisiaco.
La coca aveva anche un forte ruolo religioso, tanto che le popolazione andine pre-incaiche l’avevano inserita nella loro cosmologia, e la veneravano come una divinità. Era parte fondamentale delle offerte agli dei, e venivano utilizzate nella divinazione.
Da tracce rinvenute sotto le pavimentazioni delle antiche case peruviane si è determinata la presenza di calce e foglie di coca. La calce sarebbe stata utilizzata per amplificare gli effetti della pianta.
L’utilizzo di sostanze ricche di calcio per amplificare gli effetti della coca era un comportamento osservato molto più recentemente, datato a prima di 3000 anni fa.
Le tracce di coca scoperte sono state datate a circa 8000 anni fa, come afferma Tom Dillehay della Vanderbilt University, a capo del team di ricerca. “Non abbiamo trovato molta coca in contesti domestici, non veniva utilizzata pesantemente da molte persone, ma solo in alcune case, e consumate in una sorta di contesto pubblico, non individualmente. E’ la prova è che l’uso diffuso di coca tra la popolazione in quelle parti del Perù e della Bolivia è una cosa relativamente recente; prima era solo ristretto a classi privilegiate” spiega Dillehay.
La scoperta non va vista solo dal punto di vista archeologico, ma anche all’interno del panorama attuale della lotta contro le droghe, visto che questa ricerca ha contribuito a riaccendere il dibattito sulla coca. Si sta cercando di bloccare la produzione di coca sulla Ande, ma secondo Dillehay c’è molto di più che cocaina all’interno della pianta di coca: “Alcuni sostengono che masticare coca sia una tradizione molto più recente, qualche centinaio o migliaio di anni, ma è una tradizione economica, sociale e religiosa profondamente radicata nelle Ande”.