RAPPORTO CENSIS – Il rapporto Censis lancia l´allarme: mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi prevede il recupero delle energie professionali e l´auto-imprenditorialità, noi che eravamo il paese delle ditte in casa e degli uffici nei garage, assistiamo ad una caduta del lavoro non dipendente. Fra il 2005 e il 2009 l´Italia ha «perso» per strada 475 mila imprenditori e lavoratori in proprio (artigiani e commercianti). Esportiamo un po´ di meno (in nove anni la quota sul mercato mondiale è passata dal 3,8 al 3,5) e abbiano meno idee innovative. Se per quanto riguarda l´abbigliamento, i macchinari per uso industriale, i prodotti alimentari, il «made in Italy» va sempre alla grande, abbiamo perso terreno nei comparti a maggiore tasso di specializzazione, come le calzature, la gioielleria, i mobili, gli elettrodomestici e i materiali da costruzione. Il pericolo, avverte il Censis, è che le strategie di nicchia non bastino più: serve più ricerca e una maggiore innovazione nei prodotti e nelle materie prime. E dove non ci sono più idee c´è anche meno lavoro, a fare le spese di questa nuova condizione sono stati soprattutto i giovani. Nel 2009, tra gli occupati di 15-34 anni si sono persi circa 485.000 posti di lavoro (il 6,8 per cento) e nei primi due trimestri del 2010 se ne sono bruciati altri 400.000 (meno 5,9 per cento). E´ invece leggermente aumentata l´occupazione fra gli over 45: al figlio che non lavora ci deve pensare ancora papà.
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