Repubblica: Berlusconi interviene alla manifestazione Pdl contro traditori del terzo polo: “Sono io la star internazionale della politica”

BERLUSCONI ATTACCA TERZO POLO –  – Si definisce «una star internazionale», un «tycoon che non vive di politica». Assicura che prima o poi passerà «il testimone ai giovani»: «Non a questi politici maneggioni e attempati, reduci della vecchia politica di cui hanno composto sempre le seconde file», aggiunge poi riferendosi ai vari Fini, Casini e Rutelli, i leader del terzo polo ormai nel mirino. È un Silvio Berlusconi da combattimento quello che interviene alla manifestazione organizzata contro i «traditori finiani» dalla destra del Pdl, sotto lo slogan che riprende una nota canzone di Francesco De Gregori: «Sempre per sempre dalla stessa parte, Berlusconi o elezioni».

Hanno appena finito di parlare Ignazio La Russa e alcuni deputati della destra romana, come Francesco Aracri al quale scappa quasi un saluto fascista. Sul palco ci sono i ministri Mariastella Gelmini e Giorgia Meloni, il vice capogruppo al Senato Gaetano Quagliarello, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la governatrice del Lazio Renata Polverini, quando irrompe il premier in collegamento telefonico. «Presidente, siamo in cinquemila», gli dicono gli organizzatori, anche se in realtà solo la sala dell´auditorium della Conciliazione è piena (1.700 posti) e fuori ci sono poche decine di persone. Ma tant´è, il premier ci crede e carica la platea: «Pronto, pronto, mi sentite?», dice, ma cade la linea. Un secondo tentativo, e il monologo. «Volete mettere di nuovo il destino dell´Italia ai reduci maneggioni della vecchia politica, che sono quelli che hanno determinato il debito pubblico che ci ossessiona, volete che nel futuro l´Italia sia governata dalla sinistra di Vendola, Di Pietro, Bersani?», dice avendo sempre però nel mirino i leader del nascente terzo polo: «C´è un´incoerenza totale da parte di questi signori che fino a ieri sono stati con noi e che sono passati dalla Bossi-Fini al voto agli immigrati. Questi signori che per ambizioni personali vogliono consegnare il governo alla sinistra, che ci farà fare la fine della Grecia favorendo la speculazione, aumenterà le tasse e aprirà alle intercettazioni telefoniche per tutti. Ma state attenti, perché questi signori usano mezzi di propaganda indebiti», dice il premier che inizia così l´auto-elogio.

«Sono stato la star degli ultimi due summit internazionali, tutti i leader mondiali sono venuti a farsi le foto con me. Pensate invece a uno di questi seduti a un tavolo internazionale a difendere le posizioni italiane (il riferimento è ancora ai leader del terzo polo-ndr)». Rispondendo alle polemiche sulle rivelazioni di WikiLeaks sui suoi rapporti con Putin, torna a rifare i famosi giuramenti: «Posso garantire sui miei figli e sui miei nipoti che non ho mai guadagnato un solo dollaro con Putin». Berlusconi assicura inoltre che è pronto a lasciare il testimone: «Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare, passerò il testimone a una nuova generazione di politici ma solo quando avrò terminato il programma».

Subito le parole del premier arrivano ai leader nel mirino. «Non voglio polemizzare con lui, Berlusconi è un uomo allo sbando – dice Pier Ferdinando Casini -. Se il 14 dicembre restasse a galla per un voto e volesse andare avanti, sarebbe da 118». A Casini, che ieri si era detto disponibile a dialogare per un nuovo governo su tre nomi (Gianni Letta, Giulio Tremonti e Angelino Alfano), replica però il ministro della Giustizia: «Abbiamo tre nomi in campo come prossimo candidato: Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi».

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