Guardian: ad Assange il Nobel per la Pace, lo suggerisce la Russia

Julian Assange

NOBEL PER LA PACE AD ASSANGE – Colpo di scena nelle intricate vicende che stanno coinvolgendo il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. In carcere a Londra da un paio di giorni, Assange, secondo quanto riporta il sito del Guardian nell’edizione pomeridiana, avrebbe trovato nella Russia un inatteso sostenitore.

Mosca, infatti, pare abbia sollecitato le organizzazioni non governative a promuovere seriamente una candidatura di Julian Assange al Premio Nobel per la Pace. In quella che, precisa il Guardian, è una frecciata agli Stati Uniti.

La fonte, proveniente dall’ufficio del Presidente Dimitri Medvedev, avrebbe riferito queste parole alle agenzie di stampa: “le organizzazioni pubbliche e non governative dovrebbero aiutarlo (ad Assange, ndr). Forse, candidarlo al Nobel per la Pace”.

Probabilmente, a quanto riporta il Guardian, il cambio di opinione della Russia su Wikileaks e il suo fondatore è dovuto al fatto che i russi si siano resi conto che le rivelazioni di Wikileaks siamo molto più dannose per gli interessi geopolitici a lungo termine degli Stati Uniti, che non per i loro.

La reazione iniziale del Cremlino alle rivelazioni di Wikileaks, che descrivevano la Russia come uno stato in mano alla mafia, infatti, era stata negativa. Così come Putin si era stizzito per il “cable” che paragonava lui a Batman e Medvedev a Robin.

Il mutamento di atteggiamento della Russia, verso le rivelazioni di Wikileaks, si è avuto, scrive il Guardian, quando è stata diffusa la notizia di un “piano” che la Nato avrebbe preparato in segreto, nell’eventualità che la Russia avesse invaso i vicini Paesi Baltici. Oggi, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che la Nato dovrà spiegare perché privatamente consideri la Russia un nemico, mentre pubblicamente la definisca come un partner strategico e un alleato.

Lavrov ha sottolineato: “la Nato dovrà chiarire le sua pozione in merito ai cable di Wikileaks pubblicati dal Guardian in cui si sostiene che l’Alleanza avrebbe predisposto un piano per difendere Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia contro la Russia“. “Abbiamo posto delle domande e ci aspettiamo delle risposte. Pensiamo di averne il diritto”, ha concluso risoluto Lavrov.

Anche l’ultra-nazionalista Dimitri Rogozin, ambasciatore alla Nato, ha fatto sentire la sua voce in sostegno di Assange. L’arresto di Assnage, ha scritto su twitter l’ambasciatore, è la dimostrazione che in Occidente non c’è “libertà di stampa”, ciò che è stato riservato ad Assange è una “persecuzione politica” e una mancanza di diritti umani.

Valeria Bellagamba