SALARIO MINIMO GARANTITO IN SPAGNA – Il salario minimo in Spagna, stabilito in 629 euro per il 2009, non aderisce alle direttive della Carta Sociale Europea, rispetto alla quale è “manifestamente ingiusto” e “molto basso”.
Così viene definito da un report pubblicato dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa.
Nell’articolo 4.1 del documento si riconosce “il diritto dei lavoratori ad una remunerazione sufficiente che permetta loro e alle loro famiglie un livello di vita decoroso”.
Già il resoconto sull’argomento di 3 anni fa mostrava che il salario minimo spagnolo “si situava chiaramente al di sotto del 60% del salario medio”, ma questi ultimi dati dimostrano che la direttiva del 2007 non è stata ancora recepita.
Questa costituisce una delle sette violazioni che gli iberici hanno commesso, secondo il comitato, rispetto alla Carta.
I membri di questa riunione hanno anche fatto riferimento ad una legge che permetterebbe di lavorare più di 60 ore settimanalmente, ossia più di 12 ore al giorno, fatto che è ovviamente in contrasto con i diritti sanciti a livello comunitario.
Anche in questo caso, sono passati tre anni dalla prima segnalazione in merito al fatto che lo Statuto dei Lavoratori permettesse di superare il limite di nove ore giornaliere stabilite per legge.
A fronte delle critiche, arriva per la Spagna anche un plauso sulla legge organica 3/2007 del 22 Marzo 2007, in merito all’uguaglianza effettiva tra maschi e femmine, la quale impedisce che il periodo annuale di ferie coincida con situazioni di maternità, parto o allattamento.
La funzione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali consiste nel “decidere giuridicamente se la situazione degli stati membri sia conforme o meno al documento da tutti sottoscritto, ossia la Carta Sociale Europea”.
La ratifica del trattato da parte della Spagna è avvenuta nel 1980, ed è stata nel 2000 firmata la versione rivista, approvata da tutti i paesi, che include diritti alla protezione dall’esclusione sociale, alla tutela dalla discriminazione sessuale e alle associazioni sindacali.
Alessandro Pirruccio