Cassazione: si fingeva necroforo per rubare al cimitero, confermato furto aggravato

CASSAZIONE: FALSO NECROFORO PER RUBARE AL CIMITERO, FURTO È PIÙ GRAVE – Si fingeva “becchino” per rubare al cimitero. I furti messi a segno, dice la Cassazione, sono più gravi. In questo modo, Orlando T., 45enne in azione in un cimitero fiorentino, è stato condannato per furto aggravato, in relazione ad una serie di furti messi a segno in un camposanto dove si fingeva addetto alla cura delle tombe. Inutilmente l’uomo, già condannato dalla Corte d’Appello di Firenze, ha obiettato che non poteva essergli applicata l’aggravante del furto dato che, a suo dire, «l’oggetto sottratto costituito da una borsetta era al di fuori della sfera di protezione della proprietaria, che l’aveva lasciata incustodita sul tappetino dell’auto fuori dal cimitero».

La Quarta sezione penale ha bocciato il ricorso di Orlando T., facendo notare che legittimamente è stata applicata l’aggravante dato che «per non destare sospetti nei visitatori e per giustificare la sua presenza in un luogo da dove poteva agevolmente studiare i comportamenti dei visitatori e scegliere le vittime, l’imputato si era finto un addetto alla cura delle tombe intento a bagnare i fiori deposti sulle sepolture». Tale condotta, annotano ancora gli “ermellini”, «configura una attività insidiosa e fraudolenta diretta a sorprendere e soverchiare la vittima», poiché «simulando la cura dei fiori, l’imputato si pose nella posizione per osservare i movimenti dei visitatori senza essere sospettato». Una condotta che, in definitiva, evidenzia «non solo il carattere fraudolento, ingannevole, ma dimostra il rilevante ruolo ai fini dell’abbassamento delle difese della vittima e del buon esito della condotta illecita».

Fonte: Adnkronos