RIFIUTI NAPOLI – La situazione a Napoli e nel napoletano sul versante rifiuti è drammatica, ma rischia di precipitare nei prossimi giorni. A terra lungo le strade, a Napoli restano ancora non raccolte almeno 1400 tonnellate di rifiuti, mentre sono oltre 10mila quelle in provincia. Ieri sono state rimosse circa 1600 tonnellate di rifiuti divise tra la discarica di Chiaiano e gli Stir di Caivano nel napoletano e di Santa Maria Capua Vetere nel Casertano. La difficoltà maggiore resta quella dello smaltimento della spazzatura pregressa. Il fatto di aver potuto conferire i rifiuti in via eccezionale anche in altri siti, oltre ai convenzionali, ha aiutato molto Napoli e la sua provincia. Secondo l’assessore comunale all’Igiene urbana di Napoli, Paolo Giacomelli: “Se potessimo ancora utilizzare i tre impianti di Chiaiano, Santa Maria Capua Vetere e Caivano, la città potrebbe essere pulita entro la fine dell’anno”. Nel mese di dicembre nei soli impianti della Provincia di Caserta sono stati smaltite 7mila tonnellate di spazzatura di Napoli. Purtroppo l’ordinanza per il conferimento straordinario fuori provincia, che permetteva questo sversamento straordinario, è scaduta oggi. Fino alla mezzanotte di oggi i camion con i rifiuti napoletani conferiranno nello Stir di Santa Maria Capua Vetere poi, i cancelli si chiuderanno per gli auto compattatori provenienti da Napoli. Come anche ancora per poco si potrà sversare, in via eccezionale, ma non per molto, nell’impianto di trito vagliatura, Stir, di Caivano nel napoletano.
Lo stesso vale anche per l’esercito, che da giorni interviene a togliere dalle strade di Napoli e provincia quanta più immondizia è possibile, il provvedimento che li riguarda è in scadenza in questi giorni. I militari dovrebbero rimanere in Campania solo per altri tre giorni. L’accordo preso con la Regione Campania prevede infatti, un loro impiego solo fino al 31 dicembre prossimo. Dopo quella data, a meno che la regione non chieda che i militari prolunghino la loro permanenza, essi abbandoneranno il campo. Purtroppo gli impianti di tritovagliatura dei rifiuti di Tufino e Giugliano sono praticamente fermi. In pratica gli impianti sono ingolfati in quanto non riescono a liberarsi dalla frazione tritovagliata che rimane stoccata sui piazzali. Un ‘non funzionamento’ che vanifica gli sforzi che si stanno compiendo per pulire la città di Napoli e la sua provincia. Fino a ieri davanti ai cancelli degli Stir di Tufino, Giugliano e Caivano sono rimasti in coda per poter scaricare i propri carichi di immondizia almeno 80 dei 120 autocompattatori utilizzati per la raccolta e smaltimento rifiuti a Napoli. Ossia oltre la metà del parco auto dell’Asia, la società responsabile della raccolta e smaltimento rifiuti partenopei. Oggi però, la raccolta è proceduta a ritmi sostenuti perché gran parte di questi mezzi hanno potuto sversare e ritornare a raccogliere. Purtroppo il vero problema è proprio quello della carenza strutturale di impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Per far fronte a questa carenza si dovrebbe puntare ad una diminuzione della produzione del rifiuto. L’unico modo per farlo è puntare alla raccolta differenziata per alleggerire il peso della spazzatura. Nel capoluogo campano però, questa è ferma a circa il 19 per cento. E di questo non sembra preoccuparsene le istituzioni partenopee. Anzi, da settimane è in corso, in merito alla questione rifiuti, un vero e proprio rimpallo delle responsabilità tra il governatore della Campania, Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. I primi due danno ‘addosso’ al terzo reputandolo responsabile del tracollo della situazione sul fronte rifiuti a Napoli e in provincia. Regione e Provincia addossano la colpa del fallimento soprattutto all’Asia che finora aveva malgestito gli impianti Stir di Tufino e Giugliano e la discarica di Terzigno, passati ora alla Sap Na. Ad Asia è restato solo il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a Napoli.
Tutti sembrano preoccuparsi di trovare un responsabile e nessuno parla di obiettivi come ad esempio puntare alla differenziata che farebbe diminuire di molto il quantitativo di rifiuti da conferire nelle discariche. Una diminuzione che a Napoli è possibile come è stato recentemente dimostrato da uno studio del WWF presentato alla stampa lo scorso 21 dicembre nel capoluogo campano. Uno studio che ha dimostrato che sette quartieri della città di Napoli hanno raggiunto oltre il 60 per cento di differenziata. Per questo ed altri motivi nonostante l’enorme sforzo profuso finora la situazione nel napoletano resta drammatica, ma si continua a sperare, anche se ora il tempo delle speranze è finito anzi, se una soluzione al problema rifiuti non viene trovata nel più breve tempo possibile dal dramma si passerà alla tragedia. Questo soprattutto anche perchè tra 100 giorni, a marzo 2011, chiuderà anche l’unica discarica di Napoli quella di Chiaiano. Si tratta del sito in cui finiscono almeno 800 delle 1200 tonnellate prodotte quotidianamente nella città di Napoli. Come anche è ormai prossima la saturazione del sito dell’ex cava Sari a Terzigno nel napoletano. Qui però, vi sversano esclusivamente i 18 comuni dell’area vesuviana a rischio Vesuvio, quella della ‘zona rossa’ per intenderci. Il sistema messo all’impiedi è quindi, talmente fragile che basta un non nulla e immediatamente va in tilt. A dimostrazione il fatto che in tanti avevano posto le loro speranze sul piano per trasportare i rifiuti fuori dalla Campania. Finora questo però, non ha dato i risultati sperati e quindi ha annullato ogni previsione. Nonostante la formalizzazione politica degli accordi con le regioni Puglia, 45mila tonnellate, Toscana, 13mila e 500 tonnellate, ed Emilia Romagna, 5mila tonnellate. Nonostante l’accordo siglato con una discarica spagnola, 30mila tonnellate. Siti che dovevano accogliere i rifiuti pretrattati provenienti dagli Stir della provincia di Napoli nessun camion è ancora partito alla volta di queste destinazioni. Appena oggi le prime 120 tonnellate di frazione organica stabilizzata proveniente dallo Stir di Giugliano sono stati caricati su 4 camion e dovrebbero scaricare oggi a Taranto in Puglia. Dopo gli episodi di teppismo che si sono verificati finora e dopo che sconosciuti incappucciati hanno assaltato, nei giorni scorsi, nei pressi della discarica di Chiaiano, nove autocompattatori dell’Asia danneggiandoli. Oggi l’Associazione nazionale funzionari di polizia ha avanzato preoccupazioni in merito sottolineando come le mancate soluzioni al problema rifiuti possano innescare nuovamente una pericolosa spirale di tensioni e violenze. Nel frattempo, man mano che si avvicina la notte di San Silvestro aumentano anche i timori per i rischi derivanti dall’utilizzo dei fuochi d’artificio come il rischio di roghi dei mucchi di spazzatura.
Ieri in prefettura a Napoli si è tenuto un vertice a cui ha preso parte il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il vicesindaco, Tino Santangelo, l’assessore comunale all’Igiene urbana, Paolo Giacomelli, i vertici dell’Asia, dei vigili del fuoco e dell’Asl Napoli 1 e della Protezione civile comunale. Nel corso dell’incontro è stato approntato un piano per fronteggiare la notte di San Silvestro. Sono in tanti a ritenere pericolosissimo il mix derivante da i rifiuti ammassati nelle strade e l’esplosione dei fuochi che potrebbero innescare, nella notte dell’ultimo dell’anno, pericolosi falò. Quello dei botti di fine anno è un problema che viaggia parallelo a quello dell’emergenza rifiuti e per questo motivo la Questura di Napoli da giorni si è attivata da un lato a sensibilizzare i cittadini a non usare i botti illegali e dall’altro a sequestrare i fuochi illegali.
Ferdinando Pelliccia