SAGGIO EUGENIO SCALFARI
In questo saggio Eugenio Scalfari riflette sulla nascita, l’evoluzione e la fine della nostra epoca. Partendo dai grandi maestri del pensiero filosofico (come Montaigne) che, per primi, hanno preso coscienza dell’individualità dell’uomo e delle sue peculiarità, l’autore dichiara, in un affascinante quanto onirico dialogo con Diderot, che la modernità è finita. Ma poi si corregge: “Noi moderni siamo circondati dai contemporanei e con loro viviamo molto male”. La risposta di Diderot sarà alquanto provocatoria: “Vi sentite circondati dai barbari?”.
Il viaggio si chiude con due grandi della letteratura e della storia italiana: Calvino e Montale. Ed è proprio con i versi di Montale, tratti da “La casa dei doganieri”, che Scalfari chiude la sua opera. Di nuovo ritorna l’immagine dei barbari con la quale ha aperto il saggio; ma Scalfari non li intende in senso negativo, semmai ritorna all’accezione greca secondo cui sono persone che parlano una lingua diversa dalla nostra, sono coloro che misurano la storia a partire dalle loro esperienze personali, sgretolando, in questo modo, la memoria del tempo che è stato e rimaneggiando il presente.
Così la modernità muore, una caducità che investe tutti noi.
Sara Durantini