Mafia, l’autista di Provenzano accusa Cuffaro e il ministro Romano: “Il boss era protetto dai politici”

Saverio Romano

MAFIA: AUTISTA DI PROVENZANO ACCUSA MINISTRO ROMANO – Lui nega ogni coinvolgimento e si dice “vittima di una ritorsione politica” ma emergono nuove ombre sui presunti legami del ministro Saverio Romano con la mafia. Il titolare delle Politiche Agricole, che secondo il collaboratore di giustizia Francesco Campanella sarebbe stato “a disposizione di Cosa nostra”, è indagato dalla procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa ed ora il suo nome spunta anche nella deposizione di un altro pentito. Questa volta a parlare è l’autista di Bernardo Provenzano, Stefano Lo Verso, che riferisce le confidenze ricevute da parte del boss. Lo Verso dichiara che il padrino di Corleone, quando era ancora latitante, gli avrebbe assicurato di essere “protetto dai politici e dalle autorità“. “Non ti preoccupare – avrebbe spiegato – non mi cerca nessuno”. “Con i partiti di centro non abbiamo nessun problema – avrebbe aggiunto – abbiamo nelle mani Saverio Romano e Totò Cuffaro (quest’ultimo, ex presidente della Regione Sicilia, è in carcere per favoreggiamento con Cosa nostra, ndr)”.

Provenzano avrebbe aggiunto, poi, che Romano voleva assolutamente “che fossero eletti Borzacchelli (ex esponente regionale dell’Udc condannato nel 2008 a 10 anni di carcere per induzione alla concussione nei riguardi del prestanome di Provenzano, Michele Aiello, ndr) e Piero Acanto” e che proprio a questo scopo “aveva creato la lista Biancofiore“. Inoltre “commentando le dichiarazioni di Francesco Campanella disse che erano veritiere, e che i contatti tra la famiglia mafiosa di Villabate e l’onorevole Romano erano intermediati da Nino Bruno, cugino di Nicola Rizzo”.

La testimonianza di Lo Verso va ad aggiungersi a quanto sostenuto dai magistrati siciliani, che ritengono che Romano abbia consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, mettendo a disposizione il proprio ruolo così contribuendo alla realizzazione del programma criminoso dell’organizzazione, tendente all’acquisizione di poteri di influenza sull’operato di organismi politici e amministrativi”. Il Tribunale deciderà sul rinvio a giudizio tra qualche settimana.

Redazione online