
PROCESSO MORI: PENTITO PARLA DI ACCORDI TRA MAFIA E DELL’UTRI – Nell’ambito del processo al generale del Ros palermitano Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra – risalente al 30 luglio 1995, giorno della mancata cattura al superboss mafioso Bernando Provenzano – riapertosi questa mattina al Tribunale di Palermo emerge qualche novità. La prima riguarda il generale Mario Mori stesso, il quale ha dichiarato ai giudici di non volere avvalersi della prescrizionedel reato a lui contestato (che secondo i suoi legali sarebbe scattata il 31 luglio scorso); a questa decisione del carabiniere Mori si è poi unito anche il coimputato Mauro Obinu.
La seconda novità, invece, riguarda le indagini sulla cosiddetta “trattativa stato-mafia”: il nuovo pentito di Bagheria Stefano Lo Verso (per anni vicinissimo a Provenzano) ha rivelato in un interrogatorio con i pm palermitani (risalente al 6 luglio scorso) quanto segue: “Bernardo Provenzano mi riferì di accordi politici con Dell’Utri, dopo le stragi del ’92-’93, che costituirono la base su cui la mafia decise di appoggiare Forza Italia”. Tra i benefici previsti da tale accordo, ha continuato Lo Verso, ci sarebbe stato il prolungamento della latitanza del superboss. Queste le dichiarazioni oggi depositate dall’accusa, mentre dall’altro lato la difesa è impegnata a fornire le proprie conclusioni sulle carte già consegnate da mesi alla Procura di Palermo da Massimo Ciancimino, dopo averle bene passate in rassegna e già bollate come “falsi” dalla polizia scientifica.
Annarita Favilla