
PADOVA: STUDENTI TRUFFANO L’UNIVERSITA’ – Non solo gli affitti in nero nel mirino degli accertamenti delle Fiamme Gialle, ma anche le autocertificazioni che gli studenti universitari rilasciano all’atto della richiesta di contributi e benefici allo studio: a Padova sono stati scoperti molti casi di studenti non aventi diritto alla borsa di studio, i quali nello specifico dichiaravano falsamente di appartenere a nuclei familiari con basso reddito e usufruivano dell’esonero dalle tasse universitarie (o addirittura percepivano borse di studio) al posto di chi davvero ne aveva bisogno. Uno di loro utilizzava come mezzo di trasporto per raggiungere le sedi delle lezioni una lussuosa Porsche, cosa che ha spinto altri universitari a segnalare il caso alla Gdf cittadina.
Al momento risultano recuperati più di 280 mila euro pubblici, ma al vaglio ci sono ancora un centinaio di posizioni sospette e quindi i controlli andranno avanti. Questa operazione delle Fiamme Gialle padovane è il risultato di un protocollo d’intesa stipulato nel 2010 con l’Università, l’Esu e il Comune, attraverso il quale la Gdf ha potuto appunto accedere alla consultazione dei dati degli iscritti universitari e incrociarli con le proprie banche dati. Grazie allo stesso accordo sono stati recuperati già 2 milioni di euro, in seguito a mirati controlli sull’evasione fiscale nel settore degli affitti illegali.
“Questo tipo di collaborazione con la Guardia di finanza – ha detto Giuseppe Zaccaria, rettore dell’Università di Padova – ha dato dei risultati importanti su un fronte che ci sta particolarmente a cuore: premiare i meritevoli e colpire i furbetti con un’azione complessa ma equa di controllo di coloro che accedono ai contributi per il diritto allo studio. Il recupero dell’evasione fiscale e la scoperta degli studenti evasori, oltre che di chi li sfrutta con gli affitti al nero sono la dimostrazione che qui a Padova le istituzioni lavorano in sinergia per limitare al minimo lo spreco delle risorse”.
Annarita Favilla