SIRIA – La crisi siriana rischia di far crollare gli equilibri internazionali e si pone come minaccia verso Israele e Occidente. Secondo fonti iraniane, infatti, la Siria sarebbe pronta a puntare i missili contro lo Stato ebraico e colpire gli interessi occidentali nel sempre più bollente Medio Oriente, comprese le navi militari statunitensi presenti nel Golfo Persico. A ciò si aggiunga il passaggio della Turchia sul fronte diplomatico occidentale, con il premier Tayyep Erdogan che si è detto pronto ad appoggiare eventuali sanzioni militari contro il regime di Damasco e che ha annunciato esercitazioni militari al confine con la Siria.
Bashar al-Assad, che tiene in pugno il Paese da 33 anni, cerca di scongiurare un intervento della Nato e può far leva sull’alleanza con la Federazione Russa, tant’è che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu (vedi foto) non è riuscito a trovare una soluzione condivisa da tutti gli Stati membri, con Cina e Russia che hanno posto un veto sul piano risolutivo proposto con vigore dalla Francia. Ma dopo settimane di discussioni diplomatiche le Nazioni Unite si spaccano sulla decisione finale e i membri permanenti asiatici frenano gli impeti occidentali, provocando lo sdegno degli Usa: “Oggi la Siria ha avuto la prova di quali sono i Paesi che hanno ignorato il suo appello – ha dichiarato Susan Rice, rappresentante permanente degli Stati Uniti all’Onu -. Questo Consiglio ha il dovere di porre fine a sei mesi di violenze, torture e repressioni. E ha il dovere di prendere una decisione che garantisca la pace e la sicurezza di un paese e di milioni di persone”. Dal canto loro i Paesi occidentali hanno affermato che il veto non fermerà la ricerca di una soluzione alla crisi siriana e che gli interessi economici non possono chiudere un occhio sulla discriminazione dei diritti umani che da marzo ad oggi ha causato il decessi di tremila persone in gran parte civili.
Il governo cinese risponde lapidariamente e senza proporre una ‘exit strategy’: “Alcuni paesi hanno presentato una bozza di risoluzione per fare pressione in modo cieco e minacciare di sanzioni la Siria. Questo non aiuterebbe a migliorare la situazione”.
Luigi Ciamburro