Madrid: inaugurato un “Giardino della memoria” a tre anni dalla demolizione del carcere franchista di Carabanchel

Il carcere di Carabanchel a Madrid prima della demolizione

MADRID: GIARDINO DELLA MEMORIA PER CARCERE FRANCHISTA – Il 23 ottobre 2008 fu abbattuto il carcere di Carabanchel, uno dei distretti storici della città di Madrid. Nella prigione provinciale costruita sotto il regime di Franco nel 1940, furono rinchiusi e torturati migliaia di oppositori del regime, donne ed omosessuali. Tra le proposte avanzate in seguito alla demolizione della struttura, quella di costruire un ospedale e 650 abitazioni, erigendo inoltre un monumento in memoria dei prigionieri.
A tre anni di distanza, tali progetti non hanno trovato attuazione ed il campo che un tempo ospitava il carcere è rimasto incolto. Un centinaio di membri dell’Associazione vicini di Aluche e Carabanchel alto, ha dunque preso l’iniziativa di creare, su quel terreno abbandonato, un piccolo giardino, inaugurato nella giornata di domenica 23 ottobre. Nel “Giardino della memoria”, tra i fiori, è stata posta una targa che recita: ”Per la pace e la memoria. Affinché la storia non si dimentichi e non si ripeta”; un comunicato spiega l’intenzione delle due associazioni di rivendicare la costruzione di un centro per la memoria storica, che dovrebbe costruirsi dove attualmente si trova il padiglione dell’Ospedale Penitenziario, adibito a  Centro di Ricovero per Stranieri. Tra di loro alcuni testimoni diretti delle fucilazioni di prigionieri ordinate da Franco, come Luis Berlinche, condannato a morte dal consiglio di guerra all’età di 18 anni con l’accusa di distribuire manifesti di propaganda politica.
Piantando un cipresso ha ricordato l’amico Jerónimo Marchena, al quale non fu commutata la pena. Accanto a lui altri ex prigionieri, si sono riuniti spinti dallo stesso desiderio di commemorazione; anche i vicini si sono adoperati per migliorare le condizioni del terreno, di cui denunciano l’estremo degrado dovuto alla presenza di erbacce, escrementi animali, bottiglie rotte, zone incendiate, rifiuti e parcheggio incontrollato, che ormai rendono la situazione “Più che insopportabile”.

La degradazione sarebbe giunta ad un livello superiore rispetto a quello in cui la zona si trovava prima della demolizione degli edifici della prigione. Alla protesta si sono uniti anche alcuni membri del gruppo 15-M, che hanno iniziato operazioni di pulizia della zona e riprodotto un modellino del carcere utilizzando mattoni e cemento, ponendolo vicino alla targa in aggiunta ai sette alberi piantati.

Sveva Valenti