David Cameron: lo scontro con Sarkozy e con gli euroscettici

DAVID CAMERON – Dopo essere stato duramente ripreso due giorni fa dal presidente della Repubblica francese, Nicholas Sarkozy, il Primo ministro britannico, David Cameron, si è dovuto scontrare quest’oggi in Parlamento con gli euroscettici del suo partito. Il vivace scambio di parole con il presidente francese ha avuto luogo domenica sera a Bruxelles, durante il vertice organizzato dai 27 leader europei per tentare di trovare una soluzione alla crisi della zona euro. Secondo alcune fonti citate dai giornali britannici, Sarkozy avrebbe dichiarato a Cameron: “Ne ho abbastanza di ascoltarvi criticare e dirci quello che dovremmo fare! Dite di detestare l’euro, non avete voluto adottarlo e, ciò nonostante, cercate di immischiarvi nelle nostre riunioni”.

Parole molto dure di cui Sarkozy si sarebbe servito per alludere al vertice europeo di domani, nel quale si discuterà della possibilità di modificare il Trattato europeo per risolvere la sempre più grave crisi dell’euro. All’origine, soltanto i 17 paesi della zona euro avrebbero dovuto essere presenti. David Cameron ha ottenuto tuttavia, contro la volontà del presidente francese, che l’insieme delle nazioni europee fossero presenti per prendere parte alla discussione. La richiesta del premier britannico si spiega in ragione del crescente malumore manifestato dai Britannici di fronte ai continui dibattiti che vedono coinvolti i Paesi della zona euro e che lasciano al margine delle discussioni gli altri paesi dell’Unione.

Il timore più grande di David Cameron è infatti quello di dover imporre al proprio paese decisioni prese senza il concorso della Gran Bretagna, in particolare in materia in tassazione fiscale. Di rientro a Londra, inoltre, il Primo ministro britannico ha dovuto affrontare in Parlamento la rivolta degli euroscettici del suo partito. 81 “ribelli”conservatori hanno infatti votato a favore dell’organizzazione di un referendum sull’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione europea. Se tale mozione è stata rifiutata dalla stragrande maggioranza dei deputati inglesi (483 contro 111), ciò non toglie che il voto dei “ribelli” costituisce la più grande rivolta parlamentare anti-europea degli ultimi cinquanta anni.

 

Paolo Battisti