Libia: Cnt chiede prolungamento missione. Famiglia Gheddafi denuncia la Nato

LIBIA – All’alba di oggi il cadavere di Muammar Gheddafi è stato sepolto in una località desertica segreta, dopo essere stato esposto per giorni in una cella frigorifera di Misurata, insieme ai corpi del figlio Mutassim e dell’ex ministro della Difesa. Una zona segreta del deserto per evitare pellegrinaggi sulla sua tomba, sebbene inizialmente il presidente del Cnt, Mahmoud Jibril, avesse promesso la restituzione delle spoglie ai familiari del rais. Ma la guerra non è ancora ufficialmente terminata, dal momento che il Cnt ha chiesto alla Nato di prolungare la missione in Libia di un mese, nonostante sia stato già fissato il ritiro definitivo entro la sera del 31 ottobre. Ma le spese militari, in un periodo di crisi internazionale, non sono più sostenibili e i ribelli dovranno cominciare a organizzare autonomamente il loro futuro, salvo passi indietro della coalizione occidentale.

 

Intanto continua la caccia a Saif al-Islam, secondogenito del Colonnello, che secondo fonti attendibili si troverebbe al confine con il Niger, ma non avrebbe ancora attraversato il confine. La famiglia di Gheddafi, rifugiatasi in Algeria, ha espresso l’intenzione di sporgere denuncia per crimini di guerra alla Corte penale internazionale dell’Aja, affinchè si conoscano le vere circostanze della morte di Muammar. L’avvocato francese di Gheddafi, Marcel Ceccaldi, chiede di conoscere il ruolo degli “elicotteri della Nato che hanno colpito il convoglio sul quale viaggiava. Questo convoglio non presentava alcun rischio per la popolazione. È dunque un omicidio programmato della Nato“.

 

Luigi Ciamburro