TERREMOTO IN TURCHIA – Nel pomeriggio di ieri una rivolta è scoppiata nel carcere di Van, capoluogo della provincia orientale turca colpita dal sisma di domenica scorsa. La stabilità della struttura penitenziaria è in pericolo e i detenuti hanno negoziato per ore la loro incolumità con gli agenti carcerari. Subito dopo il terremoto molti reclusi avevano tentato di evadere dopo il crollo di un muro, ieri un piccolo edifico è stato dato alle fiamme e si è dovuto ricorrere al lancio di lacrimogeni per ristabilire la normalità, ma non c’è stata nessuna sparatoria come vociferato da fonti non ufficiali. Al termine della contrattazione portata avanti da due parlamentari curdi, è stato stabilito che i detenuti verranno trasferiti in altri penitenziari più sicuri.
Ma dopo la forte scossa che ha portato distruzione e morte, c’è anche spazio per piccole ma illuminanti notizie: una neonata di due settimane è stata tratta in salvo dalle macerie dopo due giorni, insieme alla mamma di 25 anni e alla nonna di 61. La piccola Azra è stata estratta dalle macerie di un edifico di sei piani che il terremoto ha divelto a metà. Ieri i volontari turchi hanno portato in salvo anche un ragazzino di dieci anni a Van, rimasto per 52 ore sotto il crollo. Il bilancio provvisorio è di 432 morti, oltre 1350 feriti, ma sotto le macerie degli oltre 2.260 edifici crollati potrebbero esserci centinaia, se non migliaia di persone.
Luigi Ciamburro