Terremoto in Turchia: neve sulle macerie, i primi aiuti di Israele e Armenia

TERREMOTO IN TURCHIA – Piove sul bagnato sull’Est della Turchia, sconvolto domenica scorsa da un terremoto di magnitudo 7.2 che finora ha fatto contare oltre 500 morti. Infatti il brusco calo delle temperature e la prima neve invernale rende più ardue le ricerche dei sopravvissuti da parte dei soccorritori che ancora scavano tra le macerie, nella speranza di trovare altri superstiti. Nella giornata di ieri un ragazzo è stato estratto vivo dopo 100 ore da incubo. Il quasi miracolo è avvenuto nella città di Ercis, nella provincia orientale di Van. Ma il gelo e la neve rendono difficoltosa anche la situazione delle migliaia di persone rimaste senza tetto, dopo che il sisma ha provocato il crollo di oltre 3mila edifici.

 

Intanto i morti accertati salgono a 523, 1.650 i feriti, ma il bilancio è destinato a lievitare vertiginosamente, dando ragione alle prime stime che attestavano tra i 500 e i mille deceduti. Resta il dramma per le oltre 50.000 persone scampate al pericolo, ma che restano senza alloggio e saranno costrette a vivere nelle tende per molto tempo. Sono molte le denucne di accaparramenti e favoritismi nella distribuzione di tende e prefabbricati e la Croce Rossa ha lanciato un appello alla comunità internazionale per raccogliere 8 milioni di euro destinati a sostenere gli sfollati. Ieri sono giunti i primi aiuti da parte di Israele (7 prefabbricati, abiti e lenzuola) e Armenia (40 tonnellate tra tende e coperte), nonostante i cattivi rapporti diplomatici con il governo turco di Recep Tayyip Erdogan. Ma la Turchia ha già fatto sapere che non addolcirà le relazioni con i due Paesi rivali: il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu ha dichiarato che le relazioni miglioreranno solo quando Israele risponderà alle richieste del governo turco: “Per noi le questioni umanitarie e le relazioni diplomatiche sono due cose diverse”.

 

Luigi Ciamburro