CRISI SIRIANA – La repressione del regime di Bashar al Assad contro il popolo siriano non accenna a frenarsi neppure alla vigilia di un nuovo incontro tra autorità governative e Lega Araba. Negli ultimi due giorni l’esercito ha ucciso almeno 57 civili per sfiaccare le proteste che si susseguono dal febbraio scorso e, secondo gli attivisti anti-regime, in nove mesi sarebbero state ammazzate oltre 3mila persone. Nella giornata di ieri anche i militari lealisti hanno dovuto contare una decina di perdite, vittime di agguati nel Nord del Paese, ma forse il dato più agghiacciante è il decesso di 31 bambini nel solo mese di ottobre. E intanto s’ingrossa giorno dopo giorno il numero dei disertori che abbandonano l’esercito per schierarsi con i rivoltosi e colpire le milizie di al Assad.
Quest’oggi il consigliere presidenziale Buthayna Shaaban capeggerà la delegazione che a Doha incontrerà la commissione interministeriale della Lega Araba, per cercare di trovare un accordo che metta fine alla guerra civile e avviare un serio dialogo con le opposizioni. Ma il dittatore siriano al Assad, in un’intervista al ‘Sunday Telegraph’, minaccia l’Occidente qualora decidesse di intervenire: “Volete vedere un altro Afghanistan, o decine di Afghanistan?” e spiega che “la Siria è completamente diversa da Egitto, Tunisia, Yemen. La storia è diversa, la politica è diversa… La Siria – ha aggiunto Assad – è ora il fulcro della regione. È la sua linea di faglia, e se si gioca col terreno si causa un terremoto…”.
L.C.