
PDL ATTACCA INGROIA – Stanno sollevando un polverone le parole pronunciate ieri da Antonio Ingroia dal palco del congresso riminese del Pdci. “Confesso – ha dichiarato il magistrato siciliano – che non mi sento del tutto imparziale. Anzi, mi sento partigiano, sono un partigiano della Costituzione”. Quella evocata dal procuratore antimafia di Palermo è la figura di un partigiano in chiave moderna, che “difende la Costituzione” da “chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgerla”. “Ho accettato l’invito di Oliviero Diliberto – aggiunge – pur prevedendo le polemiche che potrebbero investirmi. Io ho giurato sulla Costituzione democratica, la difendo e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche”.
Come il diretto interessato aveva preannunciato, le sue dichiarazioni hanno innescato le reazioni rabbiose degli esponenti della maggioranza che, neanche a dirlo, hanno colto l’occasione per puntare il dito contro la ‘toga rossa’. Di “parole gravi e inquietanti che confermano l’animo militante di alcuni settori della magistratura” parla il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, che annuncia che il discorso di Ingroia verrà portato “all’attenzioe del Parlamento”. “Ringraziamo Ingroia per la sua chiarezza – aggiunge ironicamente il presidente dei deputati pidiellini Fabrizio Cicchitto – Ora sappiamo che le vicende più delicate riguardanti i rapporti tra mafia e politica sono a Palermo nelle mani di pm contrassegnati dalla massima imparzialità”.
Ma il procuratore non ha intenzione di cambiare atteggiamento e anzi ribadisce la sua posizione. “Non sono pentito – spiega all’Adnkronos – Sono un partigiano della Costituzione perchè continuerò a difenderla in ogni luogo. Se l’avessi detto vent’anni fa non ci sarebbero state tutte queste reazioni perchè abbiamo assistito ad un progressivo arretramento del dibattito politico”. Ingroia precisa comunque di aver dato al suo discorso un taglio “volutamente provocatorio”.
Redazione online