TRIESTE: STUDENTI PROTESTANO CONTRO TAGLI ISTRUZIONE – La protesta studentesca contro i tagli del governo all’istruzione pubblica non si ferma, e anzi dopo le ultime più grandi manifestazioni a Roma (quella degli “indignati” del 15 ottobre scorso, e quella ancora precendente del 14 dicembre 2010) in occasione delle quali, per un motivo o per l’altro, l’attenzione dei media si è focalizzata sugli incidenti e i danni provocati delle frange più violente, il movimento torna ad adottare forme di dissenso rivolte ai propri territori e comunità di appartenenza.
A Trieste un gruppo di studenti delle superiori ha occupato da tre giorni la centralissima Piazza Unità d’Italia con striscioni e tende, per denunciare anche l’inefficienza strutturale degli edifici e istituti della loro città. Aiutati da condizioni metereologiche non avverse, i giovani si dividono tra la piazza e le autogestioni in aula, con lezioni e gruppi di discussione sulla crisi economica e sociale europea. A loro si sono aggiunti poi anche gli studenti universitari, genitori e in generale cittadini triestini che appoggiano le loro istanze; numerosi sono stati i messaggi di solidarietà inviati dal “Comitato 15 ottobre” e da gruppi di militanti No Tav. I ragazzi si occupano da 3 giorni della pulizia della piazza, organizzandosi a turno nella gestione di pranzi e cene e nella distribuzione di coperte per affrontare la notte nella tendopoli allestita. Non si registrano finora scontri con le forze dell’ordine, che anzi sembrano collaborare e dimostrare la propria solidarietà.
Nel primo pomeriggio di oggi i ragazzi sono stati raggiunti dal sindaco Roberto Cosolini in delegazione dalla Giunta comunale, al quale è stato proposto una sorta di documento-elenco di proposte del gruppo studentesco per i giovani cittadini tra le quali la creazione e recupero di spazi da gestire autonomamente e un censimento delle abitazioni abbandonate poiché rimaste sfitte nel centro storico. Il sindaco non ha voluto firmare simbolicamente questo documento, come richiestogli, ma ha promesso di contattare la Provincia per cercare soluzioni riguardanti i problemi posti dai giovani studenti in merito all’edilizia scolastica.
Annarita Favilla