OSLO CAPITALE PERICOLOSA – A Oslo c’è un’emergenza che si chiama stupri. Le violenze sessuali nella principale città norvegese in proporzione al numero degli abitanti sono superiori rispetto a tutte le altre capitali scandinave. Dal 2001, i casi denunciati di stupro sono aumentati dell’84%. La gente protesta – è dello scorso fine settimana una fiaccolata nel centro di Oslo – e la politica si infiamma, lanciandosi in proposte che fanno discutere.
Per Sandberg, deputato del Partito del Progresso, dà la colpa alla scarsa presenza di forze dell’ordine: a Stoccolma e a Copenhagen, dice, la polizia per le strade della città è molto più visibile rispetto a Oslo. Ma proprio il sindaco di Oslo Richard Fabian Stang, conservatore, recentemente riconfermato, ha proposto qualcosa di diverso per contrastare le violenze: limitare la libertà di circolazione a specifici gruppi di stranieri, per contrastare il fenomeno là dove le statistiche indicano che è più elevato. Il primo cittadino ha ricordato che quest’anno a Oslo ci sono stati 48 casi di violenza sessuale.
Troppi, per lui: per combattere il fenomeno occorre avere la forza di andare contro alcuni principi. Stang punta il dito contro i richiedenti asilo: il suo punto di partenza è costituito dalle testimonianze delle donne che hanno subito violenza (e che nella maggior parte dei casi hanno descritto i loro aggressori come non-occidentali) e dalle statistiche (che indicano una prevalenza di uomini non scandinavi a commettere la violenza). Su questo Stang ha confezionato una proposta che fa discutere. Ma l’ispettore di polizia Hanne Kristen Rohde, intervistata dal Norway Post, invita alla prudenza: impossibile stabilire automaticamente che aggressori descritti come non occidentali siano anche richiedenti asilo.
Per ora la polizia ha aumentato i controlli per le strade: per capire se basterà a porre un freno al fenomeno e a raffreddare lo scontro politico, occorrerà aspettare del tempo.
Antonio Scafati