GOVERNO IN CRISI: SEI DEPUTATI ABBANDONANO BERLUSCONI – Sono ore di fuoco per il governo. Dopo il pesantissimo Consiglio dei ministri di ieri sera, nel corso del quale i membri dell’esecutivo non sono riusciti a varare l’annunciato decreto di emergenza ma solo un maxiemendamento alla legge di stabilità, la maggioranza appare sempre più in bilico. Il premier Silvio Berlusconi è andato al G20 di Cannes non per presentare le drastiche misure anti crisi che molti confidavano ma semplicemente portando un altro pezzo di carta che mette ulteriormente in discussione l’affidabilità del Paese. Il governo continua ad essere spaccato da forti divisioni intestine: un esempio significativo è costituito dalla lettera inviata al presidente del Consiglio da parte di sei parlamentari del Pdl, che sulle pagine dei maggiori quotidiani italiani hanno esortato il Cavaliere a procedere ad un allargamento della maggioranza per permettere il varo dei provvedimenti promessi all’Ue la settimana scorsa oppure a farsi da parte.
Berlusconi, con il solito, incrollabile e incomprensibile ottimismo, cerca di rassicurare le istituzioni internazionali con altre promesse: il premier assicura infatti che le misure saranno pronte nel giro di un paio di settimane e che l’esecutivo metterà la fiducia sul maxiemendamento. Ma anche questo potrebbe non bastare, perché alcuni deputati hanno deciso di ritirare il loro sostegno al presidente del Consiglio: è il caso di Ida D’Ippolito e di Alessio Bonciani del Pdl, che hanno comunicato di voler abbandonare il partito per emigrare nell’Udc. Inoltre,intervistato da una trasmissione radiofonica, Pippo Gianni di Popolo e territorio ha dichiarato che molto probabilmente non voterà fiducia. Infine altri tre ex responsabili, Arturo Iannaccone, Americo Porfidia e Elio Belcastro, stanno per approdare al Gruppo Misto, precisando però che continueranno a sostenere il governo.
La situazione è sempre più caotica e il rischio che la crisi politica, unita all’ostinazione di Silvio Berlusconi, possa trascinare nel baratro tutto il Paese è pericolosamente concreto. Il tramonto dell’esecutivo, nonostante i vari ministri e lo stesso premier si ostinino a negarlo, è prossimo e non è escluso che l’era Berlusconi possa concludersi prima della fine dell’anno.
Tatiana Della Carità