Danimarca: donne manager ancora troppo poche, si pensa alle quote rosa

QUOTE ROSA DANIMARCA – Nel 2007 l’ex governo danese di centro-destra decise di dar vita a una “Carta per più donne”, un protocollo da sottoscrivere insieme alle aziende per incoraggiare il lavoro femminile. Gli obiettivi della Carta erano semplici: garantire a uomini e donne le stesse opportunità per fare carriera, lanciare nuove iniziative per permettere alle donne di aumentare la loro presenza a tutti i livelli aziendali.

A distanza di qualche anno (e con una maggioranza di centro-sinistra appena insediatasi in Parlamento) le condizioni dell’occupazione femminile in Danimarca non sembrano molto cambiate: soprattutto ad alti livelli, dove è più difficile scalzare gli uomini dalle poltrone che contano. Il quotidiano Politiken ha effettuato uno studio che ha analizzato la condizione di 25 aziende che sottoscrissero la Carta. Dai dati emerge che il numero di donne manager in Danimarca dal 2007 a oggi è passato dal 23,5% al 26%: in pratica, la “Carta per più donne” ha prodotto un aumento inferiore al punto percentuale l’anno.

Che fare, dunque? I socialdemocratici un’idea ce l’hanno. Il premier Helle Thorning-Schmidt, già prima di essere eletta primo ministro, aveva lanciato la proposta di introdurre delle quote rosa nelle aziende. La ricetta è stata riproposta da Rasmus Horn Langhoff, portavoce socialdemocratico per le politiche di eguaglianza, che commentando i risultati dello studio del Politiken ha detto: “Non sono sufficientemente buoni, credo che dovremo pensare a un qualche tipo di intervento politico. È probabile che introdurremo delle quote, che costringa le azienda a cercare e assumere le donne migliori”.

L’idea non piace ad alcuni esponenti dell’ex governo conservatore, secondo i quali i compiti della politica sono di evidenziare i problemi e di indicare delle soluzioni, non intervenire direttamente sulle decisioni che spettano alle aziende.

Antonio Scafati