‘Servizio Pubblico’, Michele Santoro riparte senza editori nè padroni: “Questa è la nostra rivoluzione”

 

SERVIZIO PUBBLICO – Sulle note del brano di Vasco Rossi “I soliti” ieri sera Michele Santoro ha dato il via al nuovo programma “Servizio Pubblico“, in onda su una piattaforma di tv, radio e siti web, “senza editori e senza padroni”, dopo l’esilio dalla Rai del noto e tanto discusso programma “Annozero”. La prima puntata è stata simbolicamente intitolata “Licenziare la casta” e si è aperta con un monologo del 60enne giornalista salernitano in onore della resistenza civile e pacifica: “Caro Biagi, caro Montanelli… Non se ne può più di resistere, resistere, resistere – ha esordito Santoro -. Bisogna fare la rivoluzione. Questa è la nostra piccola rivoluzione“. Il conduttore ha ringraziato i centomila cittadini che hanno spontaneamente aiutato la realizzazione di “Servizio Pubblico” con una elargizione di un milione di euro e ‘sparato’ contro le opposizioni che non hanno reagito come avrebbero dovuto ll’espulsione del vecchio programma: “Di fronte alla cancellazione di Annozero, la reazione del sistema è stata fiacchissima, anche dell’opposizione. Ora 100 mila persone hanno deciso di accendere le luci di questa sera. Queste 100 mila persone si possono convincere che possono accendere tutto quello che vogliono. Possono accendere Celentano, Luttazzi, Dandini, la Rai che si sta spegnendo lentamente. Possono accendere un vero Servizio Pubblico”.

Poi il programma entra nel vivo, focalizzando l’attenzione sulla crisi economica, le notti di Arcore, gli sprechi della politica, il caso Tantantini, con in diretta telefonica Valter Lavitola, mentre in studio, ove regna una scenografia da cantiere, sono stati invitati soltanto Luigi De Magistris e Andrea Della Valle, con il vignettista Vauro vestito da frate inquisitore. Dopo tre ore di dibattiti Michele Santoro mette fine alla prima puntata, in attesa che vengano rivelati gli indici di ascolto della serata.

 

Luigi Ciamburro