Grecia: Papandreou ottiene la fiducia, si prepara governo di unità nazionale

George Papandreou

GRECIA: FIDUCIA A PAPANDREOU – Il premier greco George Papandreou è riuscito ad ottenere nella notte la fiducia del parlamento di Atene. Una vittoria di misura con 153 voti a favore su 298 espressi (i seggi in parlamento sono 300), che rischiava di mancare visti i malumori all’interno dello stesso partito socialista di Papandreou per via del referendum, annunciato a sorpresa dal premier in settimana, sulle misure imposte dal nuovo piano di salvataggio europeo uscito dal vertice straordinario di Bruxelles del 27 ottobre. Il nuovo piano ha portato gli aiuti finanziari alla Grecia a 130 miliardi di euro, rispetto ai 109 concessi lo scorso 21 luglio, e ha tagliato il valore nominale dei titoli greci del 50%.

Ora per il paese si apre la strada del governo di unità nazionale, come già chiesto dallo stesso Papandreou durante il dibattito in Parlamento sul voto di fiducia. Questa mattina il premier greco andrà dal Presidente della Repubblica Karolos Papoulias per trovare “un accordo sulla composizione di un governo di consenso” e su chi sarà il nuovo primo ministro. Sicuramente non sarà Papandreou.

Secondo il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, che si era strenuamente opposto al referendum, ma che ha ieri ha comunque votato la fiducia a Papandreou, il nuovo governo dovrebbe rimanere in carica fino a febbraio, per ratificare soprattutto il nuovo piano europeo di aiuti, per poi andare ad elezioni a marzo. Un governo di transizione, dunque. Non è invece ancora chiara la posizione di Antonis Samaras, del principale partito di opposizione Nuova Democrazia, che ieri ancora chiedeva le elezioni anticipate.

Già prima del voto di fiducia Papandreou aveva avviato negoziati con l’opposizione per formare un governo di emergenza nel caso in cui avesse ottenuto la fiducia del parlamento.

Prima del voto di fiducia Papandreou aveva annunciato che nel caso in cui non fosse restato primo ministro, sarebbe rimasto a servire l’interesse nazionale in nome di una “cooperazione nazionale”.

La formazione di un governo di coalizione non sarà comunque facile, per via dei contrasti tra i socialisti del Pasok e i conservatori di Nuova Democrazia, che finora si sono opposti alle misure di austerità del governo, soprattutto riguardo all’aumento delle tasse. I due maggiori partiti greci hanno però poco tempo per trovare un accordo. Lunedì prossimo, infatti, si riuniranno i ministri delle Finanze dell’Eurozona e in quella sede la Grecia ha intenzione di chiedere lo sblocco, entro fine febbraio, degli 80 miliardi di euro del nuovo piano europeo di salvataggio.

Redazione