Iran-Usa: voci su attacco ai siti nucleari, Israele diviso secondo un sondaggio

Centrale nucleare Iran
IRAN: ATTACCO AI SITI NUCLEARI – Si celebra in Iran ormai da 32 anni, ogni 4 novembre, l’anniversario della presa in ostaggio dei 52 ambasciatori americani a Teheran da parte di un gruppo di studenti islamici, avvenuta durante la rivoluzione del ’79 e durata più di un anno. Anche ieri sono scesi in piazza migliaia di iraniani scandendo lo slogan “Morte all’America”, a ribadire il segno evidente di una rottura diplomatica con gli Usa che cominciò proprio in quell’occasione .

E torna lo spettro di possibili attacchi militari da parte del fronte occidentale all’Iran, se è vero che – ad esempio – proprio da un paio di giorni circolano sulla stampa israeliana (pubblicati dal quotidiano Haaretz in particolare) i risultati di un sondaggio d’opinione sulla società civile: circa il 41% degli interpellati sarebbe favorevole alla partecipazione d’Israele a un’eventuale azione militare – guidata da Usa e Gran Bretagna – mirata a distruggere i siti nucleari iraniani; il 39% è risultato contrario, mentre il 20% si è astenuto dal prendere posizione sulla questione. I dati indicano una spaccatura dell’opinione pubblica, speculare però a quella esistente all’interno dello stesso governo di Benyamin Netanyahu, il quale risulta senza dubbio impegnato in un dibattito inerente la possibilità di un attacco alle postazioni nucleari in Iran (dibattito ampiamente riportato sulle prime pagine dei quotidiani, anche locali, ormai da diversi giorni).

Inoltre, il presidente americano Barack Obama – in occasione dell’ultimo incontro con il premier francese Sarkozy, al G20 di Cannes – ha ribadito che “il programma nucleare dell’Iran continua a rappresentare una minaccia” se non rispetterà i limiti imposti dalle risoluzioni internazionali Onu ed ha annunciato di essere in attesa della pubblicazione del nuovo rapporto dell’agenzia Aiea (in programma per la settimana prossima). Dal canto loro, i vertici iraniani intimano agli Stati Uniti di stare all’erta ed evitare interferenze con il programma nucleare del paese: “Certo che siamo preparati al peggio ma speriamo che ci penseranno due volte prima di mettersi in un corso di collisione con l’Iran (…) Gli Usa hanno purtroppo perso la loro saggezza e prudenza nel trattare gli affari internazionali”, ha dichiarato alla stampa di Bengasi il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi.

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, invece, ha affermato che non è attualmente al vaglio dell’Alleanza Atlantica alcuna volontà di intervento.

Annarita Favilla