LA NORVEGIA E GLI STUPRI – Più poliziotti a pattugliare i quartieri a rischio: per ora è questa la risposta della polizia norvegese all’altissimo numero di violenze sessuali che si sono verificate a Oslo. Più agenti per le strade e più pattuglie in giro, seguendo in pratica quanto annunciato qualche giorno fa dal ministro della Giustizia Knut Storberget, che aveva promesso di trasferire risorse da altri distretti alla capitale. Basterà? Di sicuro le parole di Anstein Gjengedal, capo della polizia di Oslo, non sono le più incoraggianti: “Non possiamo essere ovunque in ogni momento”, come a dire che la coperta resta corta. Anche perché a Oslo non è solo allarme stupri: a preoccupare sono anche gli omicidi, cinque solo nel mese di ottobre. Ma sono le decine di violenze sessuali ad attirare le attenzioni dei media e della politica. Le forze dell’ordine ne hanno approfittato per rilanciare la vecchia proposta di aumentare le telecamere di sorveglianza per le strade della città, e alcuni cittadini si sono detti pronti a organizzarsi autonomamente per scortare le donne a casa: in pratica delle ronde autogestite.
Intanto si fa strada anche qualche ipotesi investigativa: la polizia ritiene che per le strade di Oslo si aggiri uno stupratore seriale. I numeri, del resto, suggeriscono questa teoria: difficile pensare che dietro le decine di episodi si nascondano altrettanti assalitori. Non è da escludere poi che proprio il grande risalto che le aggressori sessuali stanno riscuotendo sui giornali possa aver innescato un desiderio di emulazione da parte di altri soggetti.
Antonio Scafati