
IRLANDA DEL NORD E I TROUBLES – Owen Paterson sotto accusa per aver negato un tavolo sugli episodi connessi ai Troubles. Il segretario di stato nordirlandese è stato pesantemente criticato per essersi opposto alla proposta di convocare un convegno interpartitico all’interno del quale discutere in merito alle problematiche di ordine legale connesse alle vicende dei Troubles, gli scontri tra attivisti per i diritti civili dei cattolici e lealisti che sconvolsero l’Ulster a partire dagli anni ’70.
Owen Paterson ha dichiarato pubblicamente di non avere intenzione, per il momento, di riunire l’assemblea, richiestagli da varie parti politiche interne al Parlamento di Stormont.
L’Alliance Party, forza politica moderata che da anni spinge per la neutralità in Irlanda del Nord, decidendo di non appoggiare la causa né dei repubblicani, né degli unionisti, si è pronunciato attraverso il suo portavoce principale, Naomi Long, ed ha commentato la decisione di Paterson con queste parole: “Se i partiti si riunissero in una tavola rotonda per discutere seriamente le questioni del recente passato nordirlandese e sprecassero l’occasione per prendere decisioni definitive, al segretario di stato non andrebbe imputato nulla. Ma se è proprio lui ad opporsi alla costituzione di questo tavolo, allora è colpevole a prescindere”.
La Long ha continuato dicendo di ritenere doveroso, nei confronti delle vittime e dei loro parenti, i quali ancora oggi attendono giustizia e si ritrovano a dover gestire situazioni imbarazzanti per quanto avvenuto anni fa durante i Troubles, che le forze politiche in campo discutano della questione. Ha quindi concluso dichiarando polemicamente: “Se avessimo seguito questo approccio e queste modalità anche in passato, negli anni in cui invece si riuscì a raggiungere l’accordo con la firma del Good Friday Agreement, che cosa avremmo ottenuto?”
Paterson, dopo aver incontrato il primo ministro Peter Robinson e il vice primo ministro Martin McGuinness, ha riferito che ogni progresso in merito alla vicenda dipenderà da un accordo bipartisan tra il parlamento di Stormont e l’attuale governo.
Nicoletta Mandolini