ANTONIO DI PIETRO – Mentre il Pd di Pier Luigi Bersani focalizza l’attenzione su come accelerare l’iter della legge di stabilità per poi puntare alla formazione di un governo di larghe intese, l’alleato dell’Idv Antonio Di Pietro rema verso le elezioni anticipate, confermando le difficoltà del centrosinistra a trovare una linea di opposizione univoca e coerente. “Il problema – ha dichiarato l’ex magistrato – è che mi sembra contradditorio chiedere a Monti di mettere la sua faccia pulita sulle operazioni sporche che vorrebbe fare il centrodestra”. Secondo Di Pietro il principale ostacolo a un governo di unità nazionale è proprio la difficoltà a mettere tutti d’accordo, nonostante ci sia l’urgenza di dare risposte concrete all’Ue prima che sia troppo tardi. Quindi non resta altra strada che recarsi alle urne quanto prima, magari a gennaio o febbraio.
Ma prima resta il rebus sulla legge di stabilità che l’Idv non vede di buon occhio: “L’epilogo annunciato da Berlusconi, dopo il colloquio con Napolitano, preoccupa e non poco. Egli sostiene che prima di dimettersi vuole farsi approvare la legge di stabilità, contenente quelle misure da macelleria sociale che abbiamo sempre contestato, e lo vuol fare in pratica da dimissionario, quindi con le mani libere”. Antonio Di Pietro si chiede chi pagherà la quadratura dei conti e la risposta è semplice: “Con quest’atto il governo Berlusconi farebbe un altro sfregio nei confronti di quella parte dei cittadini costretta nuovamente a subire sulla propria pelle delle misure inique e dannose. Ecco perchè prima di gioire sul via libera al patto di stabilità, occorre stare attenti, anzi, bisogna essere preoccupati. E siamo preoccupati ancor di più per il suo annuncio di dimissioni. Di fatto, Berlusconi diede già l’annuncio un anno fa, a novembre, quando si doveva andare al voto ma, con la scusa della legge finanziaria, ottenne oltre un mese di tempo, che utilizzò per mettere in atto l’ormai famoso ‘mercato delle vacche’ in Parlamento, al fine di avere la maggioranza. Oggi, con l’annuncio delle dimissioni, ma senza darle, si toglie lo sfizio di approvare quelle stesse misure per le quali era stato sfiduciato. Inoltre – ha concluso l’ex pm -, con questa mossa, prende un altro mese di tempo per tentare di comprare qualche personaggio in cerca d’autore, provando così a recuperare quella maggioranza che, anche oggi, ha dimostrato di non avere”.
L.C.