Crisi economica, Barack Obama: “L’Italia non è la Grecia, può estinguere il proprio debito”

 

CRISI ECONOMICA – Mentre molti leader europei sembrano essere pessimisti circa la situazione politica e finanziaria dell’Italia, una voce di ‘speranza’ giunge dagli Stati Uniti d’America, con il presidente Barack Obama che ci distingue nettamente dalla Grecia: “Io farei una distinzione tra un paese come la Grecia e l’Italia. Il primo ha realmente un problema di solvenza, ha un grosso debito, e deve intraprendere decisioni molto dure, e a lunga scadenza, se vuole rimanere in Europa. E ciò vale anche se esce dall’Europa, se intende veramente riuscire a risolvere questo problema. L’Italia, invece, ha più un problema di liquidità, è un Paese grande e ricco, è la terza economia europea, l’ottava al mondo, dove ci sono molte persone ricche. Un paese che – precisa il presidente Usa – può far fronte al proprio debito, a patto che i mercati non abbiano una crisi di fiducia sulla volontà politica e la capacità di non perdere il controllo del sistema”.

Nonostante quella di ieri sia stata una delle giornate più difficili dal punto di vista finanziario, con il crollo della Borsa e l’esplosione dello spread, l’inquilino della Casa Bianca è convinto che il Bel Paese possa far fronte al proprio debito, “a patto che i mercati non abbiano una crisi di fiducia sulla vostra volontà politica – dice ai giornalisti Ansa – e la capacità di non perdere il controllo del sistema”. Ma anche l’Unione Europea dovrà svolgere la propria parte “per spezzare l’effetto contagio prodotto dalla paura che stiamo vivendo” e fa una tiratina d’orecchie a Francia e Germania: “Quello che stiamo provando a chiedere a tutta l’Europa, in primis Francia e Germania che hanno maggiore influenza, è raggiungere un accordo con la Grecia in modo serio. E credo che ci stanno provando. Poi, rispetto all’Italia è necessario che l’Europa invii un segnale chiaro ai mercati che lei stessa farà la sua parte, accertandosi così che l’Italia superi questa crisi di liquidità. Sinora l’Europa non ha messo in essere le strutture che possano assicurare ai mercati questa fiducia. Non è troppo tardi – ha concluso Obama -, ma bisogna muoversi in modo aggressivo”. E prima che sia troppo tardi…

 

Luigi Ciamburro