KOSOVO: TRAFFICO ORGANI – Sono partite in Albania le indagini sul traffico illegale di organi umani in Kosovo, che sarebbe stato messo in atto, alla fine degli anni novanta, dagli indipendentisti albanesi dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). Vittime di questo crimine sarebbero stati i prigionieri serbi del Kosovo, che avrebbero subito l’espianto degli organi dopo essere stati uccisi dagli indipendentisti albanesi.
La denuncia era arrivata a dicembre del 2010 dal senatore svizzero Dick Marty con un rapporto al Consiglio d’Europa, secondo il quale nel giugno del 1999, al termine della guerra tra Serbia e Kosovo, sarebbero avvenuti, nel Nord dell’Albania, gli espianti di organi dai prigionieri trasferiti dal Kosovo. Nel traffico di organi sarebbe stato coinvolto, ma non direttamente implicato, anche l’attuale premier kosovaro, Hashim Thaci, leader dell’Uck all’epoca dei presunti crimini.
A gennaio 2011 il rapporto di denuncia di Marty è stato approvato dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Il governo di Tirana, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse di espianti illegali e traffico di organi umani sul proprio territorio, negando l’autorizzazione alle indagini. Il governo albanese ha poi cambiato posizione, rendendosi disponibile “ad ogni tipo di indagine, per fare finalmente luce sulla verità”, con l’istituzione, da parte dell’Unione Europea, di una speciale task force d’indagine, guidata dal procuratore statunitense John Clint Williamson.
Da ieri, il procuratore Williamson si trova in Albania, dove ha incontrato il premier Sali Berisha e il Procuratore capo Ina Rama, insieme ad alti rappresentanti albanesi, per ottenere sostegno alle indagini”. Come ha riferito l’agenzia di stampa serba Tanjug.
Nei mesi scorsi, il senatore svizzero Dick Marty aveva accusato l’Europa e l’Occidente di indifferenza sul traffico di organi umani ai danni dei prigionieri serbi del Kosovo: “I paesi occidentali hanno sempre saputo quello che avveniva in Kosovo, ma nessuno ha mai fatto nulla”.
Redazione