INTERVISTA ANTONELLA BORALEVI – Cara Antonella, lieti di ospitarti su Direttanews. Nel corso degli anni ti sei affermata come conduttrice e autrice televisiva, scrittrice e opinionista: da quale di queste esperienze professionali ti senti maggiormente rappresentata?
Sono una scrittrice. Scrivere è la mia passione. Mi interessa il cuore umano, mi interessano le vite degli altri, mi appassionano i destini. Scrivere è vivere un numero infinito di volte. Ogni persona ha la sua storia e ogni storia è appassionante. Anche come autrice e conduttrice televisiva, ho cercato di lavorare mettendo insieme l’attenzione alla persona e alla sua storia con lo scandaglio che gli strumenti della cultura ci offrono per capire o provare a capire.
Nei tuoi libri hai trattato più volte il tema di come il destino possa cambiare le nostre vite: raccontaci qualcosa di più a questo proposito….
Credo profondamente che ogni persona abbia infinite possibilità. Credo che la speranza non sia una virtù antiquata e lontanissima ma il sorriso con cui possiamo benedire ogni mattina la vita. In qualche modo, magari esagero, penso che ci sia data la possibilità di creare il nostro destino attraverso l’atteggiamento con cui camminiamo dentro le nostre giornate. Lola,la ragazzina povera e ingenua che è la protagonista e la ragione per cui ho scritto il mio romanzo “Una vita in più”, mi ha insegnato ad essere (a provare ad essere) come lei. Capace di vedere il bello della vita anche se si attraversano enormi difficoltà. Lola ha sedici anni, non ha studiato, è orfana, è emigrata clandestina a New York, pulisce i gabinetti in un ospedale: ma è una meraviglia starle accanto, lei sa contagiare la felicità. La sua prima frase nel romanzo è: “Mi piace andare in metropolitana, perché ci sono le persone. Quando vedo uno triste, gli faccio un sorriso”. Non è bello essere capaci di vivere così?
Sul tuo blog hai parlato recentemente di come vivere meglio utilizzando tutti i giorni il “metodo Guetta”: dacci un commento personale sull’argomento….
Credo che la serenità si impari e si generi e si rigeneri. Avete mai verificato che quando si comincia una giornata di buonumore, magari perché c’è il sole e il caffè è venuto bene, poi le cose si incatenano e si succedono tutte in senso positivo?
Sappiamo che sei una convinta femminista. Cosa intendi quando parlando degli uomini hai affermato: “Quanto è debole il sesso forte..”?
Non sono femminista, perché sono nata vent’anni dopo le femministe. Ho goduto delle loro conquiste, per questo le stimo. Ma non condivido tutto. Per esempio, io sono dalla parte degli uomini, considero che spesso, adesso, noi donne pretendiamo tutto e il contrario di tutto e gli uomini hanno ragione a scappare… Devono costruirsi una nuova identità, elaborare comportamenti nuovi. Noi li vogliamo collaborativi ma autorevoli, sensibili ma virili, occorre trovare una nuova idea di “maschio” e noi donne dobbiamo smettere di pretendere e provare a comprendere.
Raccontaci dove trovi l’ispirazione per la stesura dei tuoi libri….. Ce n’è uno in particolare che ti ha appassionato di più e al quale ti senti più legata?
I libri nascono, davvero, nel cuore. Immagini, emozioni, sensazioni che hai vissuto, che hai visto, di cui hai letto o sentito raccontare, di colpo si formano dentro la mente e invadono i pensieri. La storia nasce già completa, come dicevano gli antichi: come Minerva armata dalla testa di Giove. E’ come se un trattino unisse e desse un senso di colpo a tanti fatti ed emozioni che parevano slegati. L’ispirazione è davvero un dono. Arriva. Ci sono momenti beati in cui ti siedi al pc e scrivi ed è come se leggessi qualcosa che già è stato scritto. E ti senti in assoluta armonia con il mondo, come se solo in quel preciso momento tu eseguissi il compito che ti è stato assegnato. Pura gioia.
Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti lavorativi attuali e dei prossimi mesi?
Un nuovo romanzo, breve, d’amore, tra ragazzi, un amore che pare sia da una parte sola. Ma poi ci sono molti colpi di scena. E un finale che colpisce, spero. E la sceneggiatura di un film tratto da “Una vita in più”. Poi la televisione da opinionista, le mie rubriche sui giornali: tengo tantissimo al rapporto con chi mi fa il regalo di leggermi e di starmi a sentire.
Come vedi il tuo futuro (professionale e non) tra dieci anni? Hai ancora sogni nel cassetto che desideri realizzare?
Vorrei aver venduto diciamo duecentomila copie, scrivere un romanzo all’anno e le sceneggiature dei film tratti dalle mie storie.
Raccontaci com’è Antonella Boralevi nella vita di tutti i giorni….
Incasinata, distratta, allegra e grata. Di tutto.
Simone Ciloni