Governo, Alfano: dopo la stabilizzazione della crisi economica si andrà alle urne

Angelino Alfano

GOVERNO ALFANO – Da domani partirà il governo tecnico di Mario Monti e tra feste in piazza per le dimissioni del premier Berlusconi e le proteste interne tra chi appoggia il professore alla guida del Governo e chi minaccia coalizioni con partiti fino ad oggi nemmeno immaginati, sono sempre più numerosi i commenti degli esponenti politici. Ultimo ma non ultimo quello del successore del Cavaliere alla guida del Pdl, nonchè ex ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Intervistato al programma ‘in mezz’ora’ il segretario ha risposto alle domande inerenti il nuovo esecutivo con fermezza: “Un governo non nasce con la scadenza come lo yogurt. Dobbiamo fare alcune cose importanti per stabilizzare la crisi economica e evitare che il paese sprofondi e al termine di questo percorso, che non va rallentato ma accelerato, è chiaro che bisogna andare al voto“. “Noi – ha continuato Alfano – non consideriamo blindata la data del 2013 ma è collegata ad un programma e appena realizzato si tornerà alle urne”. Inoltre “se fallisce il tentativo Monti si va al voto”. Per quanto riguarda “la legge elettorale non è tema di governo, ma del Parlamento o dei cittadini se la Corte Costituzionale dice sì al referendum”.

Inevitabile la domanda circa lo stato d’animo del partito, al quale tuttavia il segretario ha risposto con decisione: “Non siamo al nostro funerale sia chiaro, siamo all’antefatto del nostro rilancio“. Infine per quanto riguarda laa volontà di Letta di far parte di questo governio tecnico, il segretario del Pdl ha dichiarato: “Gianni Letta non vuole entrare”. “E’ lui che non vuole, perchè per quanto mi riguarda” il suo ingresso nella squadra “ne farei condizione imprescindibile”.

Numerosi gli oppositori al governo Monti, infatti ad essersi sempre opposti i leghisti che fin dall’inizio hanno minacciato il passaggio all’opposizione. Nello specifico il Ministro dell’Interno Maroni a Sky Tg 24 ha dichiarato: “Noi l’abbiamo detto chiaramente che siamo contrari a questa soluzione della crisi. In Spagna si è avuta la stessa situazione, Zapatero si è dimesso, ed ha convocato subito il comizio elettorale e L’Europa ha approvato subito la scelta del leader spagnolo. Non capisco perchè in Italia sia stata fatta la stessa cosa. Per noi la strada intrapresa è quella sbagliata”.

L.B.