Sarah Scazzi: zio Michele, Cosima e Sabrina hanno deciso insieme di nascondere il cadavere

 

SARAH SCAZZI – Sabrina Misseri e Cosima Serrano devono restare in carcere, in quanto sussisterebbero delle esigenze cautelari che hanno richiesto l’arresto di madre e figlia: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e reiteramento del reato. Con questa motivazione ieri il gup del Tribunale di Taranto, Pomepo Carriere, ha respinto le richieste di scarcerazione presentate dagli avvocati di madre e figlia una settimana fa. Una decisione che anche i loro legali si aspettavano, ma il prossimo 21 novembre lo stesso gup dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio per ben dieci imputati, fra cui madre, padre e figlia, accusate di aver ucciso la piccola Sarah Scazzi nell’agosto del 2010 e poi di averne occultato il cadavere.

Il giudice ha ricordato che la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato i gravi indizi a carico delle due donne per il reato di soppressione di cadavere che “essendo punito con pena della reclusione da due a sette anni, di per sè costituisce, almeno formalmente, un titolo di reato autonomamente giustificativo dell’imposizione e del mantenimento della custodia in carcere”. Il reato fu commesso insieme a Michele Misseri e quindi, sottolinea il gup, “deve ritenersi ragionevolmente provato che la decisione di far sparire ogni traccia del reato e segnatamente di sopprimere il cadavere di Sarah Scazzi, fosse stata assunta di comune accordo fra tutti i componenti della famiglia Misseri presenti in casa, delegando poi l’esecuzione delle relative operazioni materiali al solo Misseri Michele“.

 

Luigi Ciamburro