
SIRIA ASSALTI AMBASCIATE – E’ sempre più incandescente la situazione in Siria. Dopo gli assalti dei sostenitori del Presidente Bashar Al Assad alle ambasciate degli altri Paesi arabi negli ultimi giorni, il governo siriano ha intimato ai manifestanti di sospendere gli attacchi, in caso contrario i responsabili saranno fermati e processati. Da sabato scorso, 12 novembre, infatti, e fino a ieri, i manifestanti lealisti hanno assaltato le ambasciate di Marocco, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Giordania e Arabia Saudita a Damasco e i consolati turco e francese di Latakia.
Secondo alcuni testimoni, tuttavia, le forze dell’ordine intervenute finora avrebbero contrastato con poca convinzione gli assalitori. Domenica il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim si era scusato pubblicamente per gli attacchi alle ambasciate e aveva assicurato che simili episodi non si sarebbero ripetuti.
Il motivo scatenante della violenza è stata la sospensione della Siria dalla Lega Araba, decisa proprio sabato scorso, al vertice del Cairo, e ufficializzata ieri al vertice di Rabat. La Siria rimarrà sospesa fino a quando non applicherà il piano di pace, proposto dalla stessa Lega Araba il 2 novembre scorso e che il governo siriano si era impegnato ad accettare. Il piano impone la fine della sanguinosa repressione della popolazione civile in corso da otto mesi.
Nel frattempo, però, le repressioni del regime non si fermano e altri civili sono stati uccisi anche ieri.
Al vertice di Rabat la Lega Araba ha concesso alla Siria altri tre giorni per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile, minacciando “sanzioni economiche” se il governo di Damasco non accetterà di collaborare. Lo ha riferito ieri il ministro degli Esteri del Qatar, Hamad ben Jassem, nel corso della conferenza stampa conclusiva del verice di ieri dell’organizzazione panaraba. La Lega Araba dovrebbe inviare nei prossimi giorni alcuni suoi osservatori in Siria.
Lega Araba e Turchia ritengono “necessario fermare lo spargimento di sangue e risparmiare i civili siriani da nuovi atti di violenza”, per questo chiedono “misure urgenti per assicurare la protezione dei civili”. Entrambe concordano “sulla necessità di trovare una soluzione alla crisi senza che vi sia un intervento straniero“.
Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato ieri, al vertice di Rabat, che la Siria “pagherà con l’isolamento” dal mondo arabo il mancato rispetto degli impegni presi con la Lega Araba.
Intanto, sia la Francia che il Marocco hanno richiamato i propri ambasciatori a Damasco. I lealisti nei giorni scorsi avevano assaltato i consolati francesi a Latakia ed Aleppo. A causa delle violenze, oltre a questi consolati, il governo francese ha deciso di chiudere anche gli istituti culturali in Siria.
Redazione