
SVEZIA: DEMOCRATICI DISCUTONO SU ETICHETTA DEL PARTITO – Parole, solo parole. Che però si portano dietro tanti significati, abbastanza da indirizzare una intera politica di partito. È proprio sulle parole che i Democratici Svedesi del giovane Jimmie Åkesson si stanno interrogando. Il partito – nel 2010 per la prima volta in Parlamento, oggi accreditato del 6,4% dei voti – è all’opposizione insieme ai partiti di sinistra, ma con i partiti di sinistra ha poco a che fare. L’ideologia del Partito è infatti nazionalista, anti-immigrazione, profondamente di destra. Per dirla in due parole, “Democratica”, “Nazionalista”: così dice l’etichetta ufficiale del partito. Un’etichetta che potrebbe presto cambiare per volere del leader Åkesson.
In pole position c’è la definizione di “Social conservatore”. Parole, solo parole, si è detto. Ma in un partito attento alle tradizioni e alle forme come sono i Democratici Svedesi, anche le parole sono soppesate con cura. All’agenzia di stampa TT, Jimmie Åkesson ha spiegato che la volontà di rivedere la propria etichetta viene dal fatto che il nazionalismo non è in grado di fornire risposte a tutti i problemi: “Soprattutto” ha dichiarato Åkesson nel corso di una conferenza stampa, “non è presente la parte redistributiva”. Inoltre, un concetto come la famiglia resta escluso dalla maxi-definizione di ‘partito nazionalista’. L’appuntamento a questo punto è per fine novembre, quando a Göteborg si riunirà il congresso del partito per discutere la nuova etichetta e di conseguenza anche la nuova piattaforma politica. Non sarà una formalità: la parola ‘conservatore’ rimanda a una chiara collocazione a destra, mentre molti membri del partito sono dell’idea di rimanere equidistanti dai due grandi poli parlamentari. Non solo: molti si sono detti restii ad abbandonare la bandiera del nazionalismo, bandiera che finora ha indirizzato il partito, lo ha reso riconoscibile e lo ha portato a sedere in Parlamento.
Antonio Scafati