20 novembre 1975: muore il dittatore spagnolo Francisco Franco

Francisco Franco

20 NOVEMBRE 1975: MUORE FRANCISCO FRANCO – Il generale Francisco Franco ha governato la Spagna per quasi 40 anni, facendo vivere al Paese uno dei periodi più drammatici della sua storia. Franco, nato nel piccolo comune di Ferrol, in Galizia, nel 1892, arriva al potere alla conclusione della Guerra civile spagnola. Il conflitto, scoppiato tre anni prima, vede soccombere le forze repubblicane ed è proprio nel contesto bellico che il futuro dittatore assume un ruolo guida: insieme ad altri tre generali (Gonzalo Queipo de Llano, Emilio Mola e José Sanjurio) organizza il golpe per rovesciare il Frente popular (uscito vittorioso dalle elezioni) da cui prendono il via i combattimenti e nel giro di poco tempo si impone come leader. La guerra, dunque, si chiude nel marzo del 1939: i nazionalisti, guidati da Franco, riescono ad avere la meglio soprattutto grazie al supporto di Germania e Italia, rette in quel momento rispettivamente dal nazismo di Adolf Hitler e dal fascismo di Benito Mussolini. Anche il Generalìsimo instaura in Spagna una dittatura fortemente personalizzata di stampo totalitario e repressivo, tuttavia nel quadro della Seconda Guerra Mondiale, che scoppia nel settembre dello stesso anno, decide di non far scendere in campo la Spagna, attenendosi ad una sorta di neutralità benevola in favore dei Paesi dell’Asse e inviando comunque centinaia di migliaia di volontari a combattere in Urss.

Il sistema franchista è fortemente gerarchizzato e tra i suoi maggiori tratti distintivi figurano, oltre ovviamente all’autoritarismo, il protezionismo e il perseguimento dell’autarchia dal punto di vista economico e l’anticomunismo sul piano teorico-ideologico.

Negli anni del dopoguerra, lo stampo chiaramente fascista del franchismo spinge la comunità internazionale ad isolare Madrid, ma nei primi anni Cinquanta il teso clima di Guerra Fredda tra Usa e Urss porta Washington a stipulare nuove alleanze in Europa: Franco, con la sua avversione per i comunisti, appare come un ottimo partner, tanto che nel 1953 vengono firmati alcuni accordi l’apertura di basi americane in Spagna in cambio di aiuti economici. Dalla seconda metà del decennio il Paese vive una fase di grande sviluppo economico, da cui tuttavia la maggior parte della popolazione non trae grandi benefici, visto che il tenore di vita resta mediamente basso rispetto al resto d’Europa.
Inoltre, come sempre accade nei totalitarismi, le libertà politiche e civili sono fortemente limitate: durante il franchismo in Spagna vige il divieto di sciopero, per la stampa è in vigore la censusa preventiva, le donne sposate non possono lavorare e, naturalmente, Franco è l’unica autorità riconosciuta a capo del Paese.

Il regime termina solo con la morte del Generalìsimo, che si ammala di Parkinson e si spegne il 20 novembre del 1975. La sua scomparsa permetterà al Paese di rinascere e di entrare, finalmente, in una nuova fase di democrazia.

Tatiana Della Carità