
SCONTRI IL CAIRO BILANCIO MORTI – Sale il numero di morti al Cairo. La situazione in Egitto è tornata ad essere allarmante dopo giorni di manifestazioni messe in atto dalla popolazione allo scopo di incentivare le dimissioni di Essam Sharaf, attuale capo di governo. Ieri le proteste si sono trasformate in scontri e i corpi privi di vita hanno iniziato nuovamente a fare la comparsa sulle strade della città. Solo in piazza Tahrir fino a ieri il bilancio era di 11 morti e un centinaio di feriti.
Oggi, a distanza di poche ore, il numero dei decessi è salito vertiginosamente a venti; 1.500 i feriti. A fornire tali informazioni è stato il ministero della Sanità egiziano attraverso la tv di Stato al Jazeera. Le violenze sono iniziate una settimana prima delle elezioni legislative, previste per il 29 novembre. Il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha chiesto di aprire un’inchiesta sugli scontri ed ha espresso rincrescimento per il degenerarsi della situazione, ma il presidente pro tempore Essam Sharaf ha dichiarato che resterà al suo posto fino al voto.
Già venerdì scorso i manifestanti erano tornati ieri a Piazza Tahrir per ribellarsi alla carta di principi costituzionali, elaborata dal governo dei militari che conferisce loro il ruolo di difensori della “legittimità costituzionale”, il potere di veto su alcune decisioni di politica estera e blinda il loro controllo sul bilancio della difesa. Inoltre il Consiglio supremo delle Forze armate è accusato di voler tenere per sé maggior potere rispetto a quello che detengono le autorità civili. Per questo motivo è stata indetta la manifestazione per “la protezione della democrazia”. I militari sono poi accusati di aver continuamente ritardato il trasferimento dei poteri ad autorità civili liberamente elette; trasferimento prima promesso entro lo settembre 2011 e poi rinviato al 2013.
La manifestazione è stata organizzata dai Fratelli Musulmani e dagli islamisti.
Luca Bagaglini