23 novembre 1980: terremoto in Irpinia

23 NOVEMBRE 1980: TERREMOTO IN IRPINIA – Il terremoto dell’Irpinia è rimasto scolpito nella memoria degli italiani come una delle tragedie più gravi nella storia del Paese.
E’ il 23 novembre 1980 e sono passate da poco le 19.30 quando una violenta scossa colpisce la zona delle province di Potenza, Salerno e Avellino. Il sisma, di intensità di 6.5 gradi della scala Richter, si protrae per un minuto e mezzo e l’epicentro viene localizzato tra Conza della Campania, Teora e Castelnuovo di Conza. Gli effetti del terremoto sono disastrosi e coinvolgono ampie zone della Basilicata e della Campania: complessivamente i comuni danneggiati, in misura più o meno grave, sono quasi settecento, per un totale di centomila edifici sinistrati. In un primo momento le autorità italiane sottovalutano l’entità della tragedia e i soccorsi vengono inviati con notevole ritardo. Inoltre i mezzi dei soccorritori incontrano notevoli difficoltà a raggiungere le aree coinvolte poiché molte infrastrutture non sono in buono stato e comunque la gestione dell’emergenza risulta difficoltosa, anche perché nel 1980 ancora non esiste la Protezione Civile, che nascerà solo dodici anni dopo.
Il primo a lanciare un duro j’accuse è l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che due giorni dopo la scossa, arriva in visita nelle zone terremotate. “Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci”, denuncia il capo dello Stato.
I numeri del sisma sono impressionanti: quasi 9mila feriti, più di 2.900 morti e 280mila sfollati.

Per la ricostruzione uomini e aiuti economici vengono inviati dai governi di vari Paesi (dagli Usa alla Jugoslavia, dalla Francia all’Arabia Saudita, dall’Iraq all’Austria) e nei comuni più colpiti le prime case in legno per le famiglie rimaste senza un tetto arrivano già nei primi mesi dell’81, tuttavia sulla ricostruzione stessa – per la quale lo Stato italiano investe una quantità ingente di soldi pubblici – si crea un enorme giro speculativo. Sulla vicenda sono state aperte varie inchieste giudiziarie, che dimostrano come il denaro stanziato per l’Irpinia sia stato manipolato da imprenditori e politici e indirizzato a chi non ne aveva diritto. La speculazione sul terremoto in Irpinia è stata affrontata, nei primi anni Novanta, anche in un filone dell’inchiesta Mani Pulite, in cui vengono coinvolte decine di persone, tra le quali anche personalità di spicco come gli onorevoli della Dc Antonio Gava, Paolo Cirino Pomicino e Ciriaco De Mita.

Tatiana Della Carità