
25 NOVEMBRE 1990: ELEZIONI DEMOCRATICHE IN POLONIA – Quella del 25 novembre del 1990 rimarrà per sempre una giornata storica per la Polonia. E’ proprio in questa data infatti che furono convocate le prime elezioni dirette nella storia del Paese.
Nel 1990 la Polonia era reduce da quasi mezzo secolo di dominazione sovietica: dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel corso della quale perirono oltre sei milioni di polacchi, il territorio venne sottoposto al controllo dell’Urss (che con la sua Armata Rossa aveva respinto al di là del confine le truppe tedesche arrivate durante il conflitto), tanto che il governo di Varsavia, che si era formato tra il 1946 e il 1947, era gestito “direttamente” dal partito comunista.
Visto che la Polonia faceva parte dei Paesi del blocco sovietico, tutta la vita politica era pressoché monopolizzata dai comunisti che, sul modello della dittatura staliniana, avevano messo al bando gli altri partiti e pilotato sempre le elezioni a loro favore. Nei decenni di permanenza del regime non mancarono, come in Urss e negli altri stati satelliti, le repressioni violente del dissenso: è il caso, ad esempio, della manifestazione organizzata dagli operai i Poznan a giugno del 1956, duramente soffocata, almeno in un primo momento, dalle autorità di governo.
Un momento di relativo respiro si verificò dalla seconda metà degli anni Cinquanta, quando arrivò al potere una delle figure più importanti della politica polacca del dopoguerra, Władysław Gomułka. Gomulka era considerato un moderato e effettivamente nei primi anni della sua presidenza la dittatura assunse una linea meno rigida rispetto a quelle di altri paesi del blocco, ma dopo i primi anni di riforme le posizioni del governo si irrigidirono. L’era Gomulka arrivò al tramonto nel 1970, quando scoppiò un’ondata di proteste popolari in tutto il Paese: in un primo momento l’esercito optò per la linea repressiva, tuttavia il partito comunista ben presto capì che la sete di cambiamento della popolazione non si sarebbe spenta così facilmente. Gomulka venne rimosso e alla guida del governo arrivò Edward Gierek, che promise varie riforme politico economiche, tra cui maggiori libertà civili e aumenti dei salari.
Nel corso degli anni Settanta l’opposizione al regime si rafforzò e in questo stesso decennio prese il via l’inarrestabile declino della dittatura polacca. Momento chiave di questo processo fu la fondazione, alla fine del 1980, del sindacato Solidarnosc, che assunse in breve tempo la guida dell’opposizione antigovernativa. L’anno successivo il governo tentò il tutto per tutto, istituendo la legge marziale sotto la guida del generale Wojciech Jaruzelski. Tuttavia la decadenza della dittatura non poteva essere fermata, anche perché in quegli anni la stessa Urss era ormai sul punto di crollare.
Il regime comunista polacco vide il suo definitivo tramonto nel 1990, quando Jaruzelski rassegnò le dimissioni e quasi simultaneamente vennero convocate le libere elezioni per il giorno 25 novembre. Lech Walesa, leader di Solidarnosc, ottenne quasi il 40% dei voti e sfidò al secondo turno l’indipendente Stanisław Tymiński, vincendo con una maggioranza schiacciante.
Paolo Battisti