Rivolta in Egitto: manifestanti intossicati da gas nervino, Piazza Tahrir diventa ospedale da campo

 

RIVOLTA IN EGITTO – La repressione dell’esercito egiziano diventa sempre più efferata con il trascorrere dei giorni, ancor più cruenta e crudele di quella del gennaio scorso, quando il popolo scese compatto per le strade a chiedere la destituzione di Hosni Mubarak. Ieri Piazza Tahrir quasi sembrava un enorme ospedale da campo, con centinaia di ferti e intossicati dai gas lacrimogeni, contenenti sostanze illegali e paragonabili al gas nervino, capaci di bloccare le vie respiratorie e uccidere i manifestanti qualora i medici non intervengano in tempi rapidi. Le ambulanze vanno e vengono dalla piazza centrale e a soccorrere feriti e asfissiati sono tutti volontari, i quali assicurano che la situazione “è molto peggio dei giorni seguiti al 25 gennaio” e che la polizia sta rispondendo con proiettili di gomma, di piombo ma anche munizioni vere. I dimostranti intossicati vengono soccorsi con una soluzione di diazepam: “È l’unica sostanza consigliata per bloccare gli effetti devastanti di questi terribili gas, molto più potenti di quelli utilizzati a gennaio dalla polizia – spiega un giovane medico – provocano semiparalisi all’apparato respiratorio e se non liberiamo subito le vie aeree si rischia la morte per soffocazione”.

Da sabato a ieri almeno 30 civili egiziani hanno perso la vita per difendere i propri diritti, otto nela sola giornata di ieri, mentre continua il braccio di ferro tra esercito e dimostranti nei pressi del ministero dell’Interno. Il popolo egiziano da giorni sta chiedendo le dimissioni del maresciallo Tantawi, colui che ha preso in mano le redini del governo egiziano dopo la destituzione di Mubarak e che, in un discorso alla nazione, ha promesso di non volersi sostituire alla sovranità popolare e che entro giugno ci saranno le tanto attese elezioni presidenziali. Il candidato numero uno ad occupare il ruolo di premier pro tempore è Mohamed el Baradei, ex capo dell’Agenzia atomica internazionale, il quale ieri ha lanciato da Twitter un duro monito contro le forze dell’ordine egiziane. Ma nulla sembra fermare la sete di libertà e giustizia di un popolo orgoglioso della propria sovranità.

 

Luigi Ciamburro