CRISI IN EGITTO – Dopo una settimana di scontri e 34 morti in Egitto sembra essere tornata la calma dopo il primo giorno di tregua tra dimostranti e forze dell’ordine. Il Consiglio supremo delle forze armate, che ha destituito e preso il posto di Hosni Mubarak, ha chiesto scusa per le violenze in piazza Tahrir e negli altri angoli del Paese dove è scatta la cruenta repressione, confermando le elezioni legislative per lunedì 28 novembre e affidando l’incarico formare il nuovo governo a Kamal el-Ganzuri, ex ministro ed ex premier vicino al regime di Mubarak fino al 1999, ma è malvisto dal popolo egiziano che per stamane ha indetto una nuova grande manifestazione in Piazza Tahrir. I manifestanti respingono le scuse dell’esercito e insistono nel chiedere la fine del potere militare e l’istituzione di un governo civile che traghetti la nazione fino alle prossime elezioni presidenziali del giugno 2012 e già nella serata di ieri molte persone si sono radunate al Cairo inneggiando lo slogan “no alle condoglianze e no alle scuse“. Stamane dopo la preghiera del venerdì potrebbero riaccendersi gli scontri, specie dopo la decisione di voler affidare l’esecutivo a Kamal Ganzuri: per i giovani della rivoluzione sarebbe un ritorno all’ancien regime e una chiusura nei confronti del dialogo: “Abbiamo proposto vari nomi al consiglio militare – dichiara un attivista egiziano – e quello di Ganzuri non è mai stato menzionato nella piazza”. Una piazza intenzionata a non mollare fino alla morte.
Luigi Ciamburro