ISLANDA E UE NON AFFRONTANO PROBLEMA CACCIA ALLE BALENE – Per ora le parti hanno deciso di non affrontare di petto la questione, ma la sensazione è che si tratti solo di un rinvio perché prima o poi il tema dovrà essere risolto: parliamo di Islanda e Unione Europea, due soggetti che dopo anni stanno pensando al matrimonio. In mezzo, però, tra i tanti problemi che andranno affrontati, ce ne è uno, forse il più spinoso e di certo il più noto: le balene e la caccia che l’Islanda pratica senza sosta. Per ora, Bruxelles e Reykjavík hanno deciso di non discuterne.
Come si sa, l’Islanda è tra le nazioni che praticano la caccia alle balene: si tratta di una attività radicata, sulla quale finora l’isola non ha mai accettato lezioni e limitazioni. Il settore della pesca – compresa la parte che riguarda i cetacei – è in Islanda estremamente forte, e non a caso spinge per il no all’ingresso nell’Unione europea. Perché è evidente come la caccia alle balene e l’adesione all’Ue siano difficilmente conciliabili. Bruxelles sul tema è chiarissima: tutte le specie di balene sono protette, non si possono cacciare né uccidere in acque comunitarie.
Piuttosto che andare subito al braccio di ferro, però, le parti hanno deciso di mettere in un angolo il problema. Össur Skarphéðinsson, ministro islandese degli Esteri, ha infatti confermato che per ora l’Unione Europea non affronterà la questione ambientale nel corso dei colloqui per l’accesso. Se ne discuterà strada facendo, e nessun obbligo verrà fatto cadere dall’alto prima di averlo sviscerato attraverso trattative: questa la promessa di Bruxelles, ha detto Skarphéðinsson. Per ora si va avanti, quindi: bisognerà vedere cosa succederà quando il tema delle balene non sarà più rinviabile.
Antonio Scafati