
CRISI REHN – Undici miliardi di euro è il valore della manovra richiesta da Rehn al neopremier Mario Monti. Ma non solo questo visto che in contemporania è richiesta, secondo quanto riportato da ‘La Repubblica’, una riforma sul lavoro pubblico, il blocco delle pensioni (qualora il Pil fosse negativo) e modifiche allo Statuto dei lavoratori e in particolar modo sull’art. 18. Il tutto contenuto in un documento dal titolo ‘Addressing Italy’s high-debt/low-growth challenge’ e firmato dal commissario europeo Olli Rehn. L’Eurogruppo procederà con la lettura del giudizio sull’Italia stasera.
Nel rapporto è stato evidenziato come i problemi del sistema Italia “sono precedenti alla crisi globale, non partono da essa”. Tuttavia “a differenza di altri paesi l’Italia è entrata nella crisi con un alto tasso di risparmio e con un settore bancario robusto“. Il pareggio di blancio entro il 2013, è stato possibile apprendere “è un pre-requisito chiave per riguadagnare credibilità e migliorare le prospettive di crescita nel medio termine”.
Per quanto riguarda la questione delle pensioni, il commissario Rehn ha richiesto “la sospensione dell’indicizzazione automatica degli assegni all’indice dei prezzi, tranne che per gli assegni più bassi, in caso di crescita negativa”. Sul mercato del lavoro è d’obbligo “eliminare le rigidità per esempio sostituendo l’attuale sistema di protezione attraverso il reintegro obbligatorio (in vigore per le aziende con più di 15 dipendenti) con il pagamento di un’indennità di liquidazione legata allo stipendio percepito”.
Intanto il governo Monti completa la rosa di governo con la nomina di tre viceministri, 25 sottosegretari e, a sorpresa, un nuovo ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patron Griffi, che porta a 17 il numero dei ministri, oltre naturalmente al premier.
Redazione online