Gran Bretagna: domani due milioni di dipendenti pubblici in piazza contro la riforma delle pensioni


GRAN BRETAGNA: SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI – Britannici sul piede di guerra. Gli abusi del capitalismo finanziario, che stanno mettendo in ginocchio le popolazioni di tutto l’Occidente (e non solo), con decine di milioni di senza lavoro, salari tagliati, tasse e tariffe aumentate e pensioni ridotte, il tutto per mantenere in piedi un sistema bancario e finanziario ogni giorno più vorace e spregiudicato, cominciano a irritare profondamente i cittadini di tutto il mondo, che ormai scendono in strada con sempre maggiore frequenza per scioperare o occupare le piazze delle principali città. Domani saranno i dipendenti pubblici del Regno Unito a scendere in piazza per uno sciopero di 24 ore. Si stima che circa due milioni di lavoratori del pubblico impiego aderiranno allo sciopero, indetto per protestare contro la nuova riforma delle pensioni del governo Cameron. Una cifra impressionante. Secondo il quotidiano economico Financial Times, quella di domani sarà la protesta più imponente dopo quella del gennaio del 1979, quando 1 milione e mezzo di dipendenti pubblici protestarono contro la politica salariale dell’allora governo laburista, durante il cosiddetto “inverno dello scontento”.

Per via dello sciopero, domani rimarrà chiuso più del 90% delle scuole del Regno Unito e ci saranno disagi nei porti e negli aeroporti, con ritardi fino a 12 ore, a causa dell’astensione dal lavoro del personale addetto ai flussi migratori.

La riforma delle pensioni del governo del premier David Cameron prevede un aumento dei contributi a carico dei lavoratori del 3,2%, allo scopo di ridurre il divario tra versamenti e pagamenti, inoltre c’è allo studio un aumento a 67 anni dell’età per andare in pensione. La riforma delle pensioni rientra nel pacchetto di misure di austerità programmate dal governo Cameron per contrastare il deficit pubblico da qui al 2015. Le nuove misure prevedono anche il congelamento dei salari e il taglio di 330.000 posti di lavoro.

Il ministro per l’Istruzione Michael Gove ha puntato il dito contro i sindacati, accusandoli di voler sabotare il rilancio economico del Regno Unito. Intanto, però a pagare sono sempre gli stessi.

Valeria Bellagamba