
1 DICEMBRE 1989: INCONTRO GIOVANNI PAOLO II GORBACIOV – Nel 1989 l’Urss è sul punto di andare in pezzi. Quattro anni prima Michail Gorbaciov è approdato alla guida del Partito comunista e ha dato il via ad un rinnovamento radicale del sistema sovietico sulla base di due punti cardine: la glastnost – letteralmente ‘trasparenza’ – e la perestrojka, cioè un insieme di riforme economiche. L’atteggiamento di Gorbaciov, completamente nuovo nella storia dell’Urss, consente il superamento della Guerra fredda che da mezzo secolo caratterizzava i rapporti con gli Stati Uniti e porta alla luce le enormi problematiche di natura economico finanziaria che fino a quel momento erano state deliberatamente occultate da parte del regime. Inoltre la fine della dittatura fa esplodere le rivendicazioni di indipendenza delle numerose popolazioni che da decenni, volenti o nolenti, vivevano sotto il giogo sovietico: all’inizio degli anni Novanta, infatti, le repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) diventano di nuovo indipendenti e a dicembre del 1991 l’Urss cessa ufficialmente di esistere e il vastissimo territorio viene suddiviso in vari Paesi indipendenti: Russia, Georgia, Moldavia, Armenia, Tagikistan, Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan, Azerbaigian, Bielorussia, Ucraina e Kirghizistan.
Gorbaciov, dunque, ha un ruolo chiave nel processo di dissoluzione e la sua impostazione si presenta come totalmente inedita nella storia sovietica. Un episodio rappresentativo di questa nuova impostazione è l’incontro tra Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II, che fa del segretario del Pcus il primo leader sovietico a varcare le mura del Vaticano. E’ il 1 dicembre del 1989.
Nell’86 lo stesso Gorbaciov aveva preso parte ad un altro incontro storico, quello con il presidente americano Ronald Reagan, nel corso del quale i due capi di stato avevano discusso della riduzione degli armamenti.
Tatiana Della Carità