Pensioni: da Cgil, Cisl e Uil levata di scudi contro la riforma del sistema previdenziale

Luigi Angeletti

SINDACATI PROTESTANO CONTRO RIFORMA PENSIONI – In questi mesi le tre grandi sigle sindacali italiane sembrano aver ritrovato un’unità di intenti da tempo perduta. Un primo riavvicinamento si è verificato quando il governo di Silvio Berlusconi era agli ultimi rantoli e non solo la Cgil, che si è sempre mostrata più che critica, ma anche Cisl e Uil ne hanno denunciato l’immobilismo, la passività e l’impotenza davanti ad una crisi dall’impatto devastante.

Ora una nuova levata di scudi unanime da parte dei sindacati si registra in merito alle indiscrezioni trapelate sulla manovra dell’esecutivo guidato da Mario Monti in materia di pensioni. Anche se i ministri hanno la bocca cucita e davanti ai giornalisti non si lasciano scappare una parola sulle rifome economiche che l’esecutivo presenterà nei prossimi giorni, qualche informazione filtra comunque: in questi giorni si è infatti parlato dell’innalzamento del tetto minimo dei 40 anni di contributi per lasciare il lavoro (limite che, con il sistema vigente, è indipendente dall’età del lavoratore) e di un blocco dell’adeguamento delle pensioni al costo della vita per il prossimo anno.

Ma i sindacati non ci stanno. Di “sopruso” parla Luigi Angeletti, segretario generale della Uil. “Già riteniamo ingiusta la finestra dei 40 anni attualmente prevista – spiega – I lavoratori non avrebbero nessun aumento alla pensione; lavorerebbero gratis. È un obolo, una donazione alle casse pubbliche”. Sulla stessa linea la leader della Cgil Susanna Camusso. “Il governo deve sapere che 40 è un numero magico e intoccabile e mi pare che questo sia esaustivo della discussione”, dice. A queste voci si unisce anche quella della Cisl, attraverso le parole del segretario generale Fnp Gigi Bonfanti. “Diciamo un no deciso all’ipotesi di un blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni che il governo vorrebbe attuare nel 2012”, spiega.

T.D.C.