
VITALIZI PARLAMENTARI – I vitalizi dei parlamenti nel mirino del governo Monti. Dal 1 gennaio 2012 infatti tutti i vitalizi dei parlamentari saranno calcolati in base ai contributi effettivamente versati e non più con il sistema retributivo. Questo varrà per i deputati eletti a data posteriore al 2012 mentre invece per gli attuali sarà pro-rata. La decisione è stata presa in seguito al vertice tra i presidenti delle Camere Schifani e Fini e il ministro del Welfare Elsa Fornero.
Inoltre tutti coloro che hanno lavorato per oltre una legislatura percepiranno la pensione a partire dai 60 anni; invece coloro che lo hanno coperto una sola carica la percepiranno dopo i 65.
Decisione appoggiata dal Pd che attraverso Anna Finocchiaro ha fatto sapre: “È un intervento che cerca di equiparare le condizioni dei parlamentari a quella degli altri lavoratori. Si tratta di un passo verso una maggiore equità“. Di opinione diversa invece Borghesi (Idv) che ha spiegato come le modifiche colpiscano in realtà solo i nuovi parlamentari e poco gli ex parlamentari e quelli attuali: “L’erogazione – ha spiegato – continuerà a pesare per altri 20 anni sulle spalle dei cittadini e che costerà non meno di 200 milioni di euro all’anno“. L’indiscrezione che gira nell’ambiente è che molti potrebbero dimettersi in anticipo onde evitare di perdere il vitalizio.
Redazione online